A quanto pare gli americani sono finalmente riusciti a rimuovere Osama bin Laden dalla scacchiera. Mai troppo presto, si potrebbe dire. Dagli avvenimenti di stanotte sta già nascendo una serie di leggende, in parte legate a tutta la serie di notizie apparse negli ultimi dieci anni sulla Rete a proposito delle peripezie del fondatore di Al Quaeda.
Aspettiamoci smentite, sosia, video più o meno deliranti, fotografie macabre e altre amenità. Per ora consideriamo che il presidente americano ha fatto un annuncio pubblico a un’orario perlomeno inconsueto, circa mezzanotte negli USA, mettendo in gioco la sua credibilità e le teste dei responsabili della CIA e del Dipartimento della Difesa.
Personalmente sono contento. Considero la pena di morte una buona idea in casi di terrorismo e non trovo sbagliato andare a cacciare personaggi del genere dovunque si trovino. Complimenti a chi ha portato a termine lo strike.
La guerra ovviamente non è finita. Anzi, adesso diventerà più aspra. Osama passerà da ispiratore più o meno ideale a martire della causa e non credo sia azzardato pensare a ‘vendette’ contro l’Occidente per averlo eliminato. In compenso ci sarebbe da fare qualche considerazione sulle novità che questo 2011 sta portando su scala globale.
I movimenti popolari arabi, simili a quelli del 1848 europeo, hanno spostato l’asse delle relazioni diplomatiche americane. Dopo aver lasciato al suo destino Mubarak e Ben Ali, dopo aver ritirato il proprio supporto a un altro dittatore come lo yemenita Salih, bombardato Gheddafi a sostegno della fazione basata in Cirenaica e rivisto verso il basso le relazioni faticosamente instaurate con la Siria ecco arrivare il blitz in terra pachistana.
Il messagio di fondo è chiaro: andremo a colpire dove-come-quando ci pare e soprattutto chi ci pare.
I destinatari esterni del messaggio sono molteplici. L’ISI pachistano, i sauditi, i vari emiri della zona del Golfo Persico, Hezbollah, Hamas, gli iraniani.
I destinatari interni del messaggio sono altrettanto numerosi. L’estrema destra del Tea Party, gli alti livelli del Pentagono che non avevano troppo gradito né la permanenza di Gates né l’arrivo di Panetta, la dirigenza della CIA non troppo entusiasta per il recente insediamento di Petraeus, la sinistra interna dei democratici, i leader del Congresso.
Il messaggio di Obama era insolito nella forma. Pieno di ‘io’. Ha assunto su di sé ogni responsabilità, ogni merito, ogni passo del percorso che ha portato all’eliminazione di bin Laden. Ha parlato da comandante in capo più che da presidente. Sembrava un passaggio da ‘we can’ a ‘i do’. Siete pronti per il 2012?
Personalmente sono contento. Considero la pena di morte una buona idea in casi di terrorismo e non trovo sbagliato andare a cacciare personaggi del genere dovunque si trovino. Complimenti a chi ha portato a termine lo strike.
Beh, io penso che il terrorismo sia in qualche misura una risposta a questa arroganza.
Uno stato che conduce azioni militari su un territorio di un altro stato e senza nemmeno informarli non può che creare antipatie.
Lo ha fatto col pakistan ora, e lo ha fatto con altri stati (compresi l’Italia) in passato. Non so te, ma io non mi sento al sicuro con questi “protettori”.
Cosa faranno adesso i Leader pakistani? Io, se appoggeranno ancora di più i movimenti terroristi, non me la sentirei di condannarli.
PS rendi noti i Tag da por usare nei commenti.
Ciao, hai perfettamente ragione quando sostieni che intervenire in territorio straniero è arrogante (per non parlare delle antipatie che genera nella popolazione locale). Credo andrebbe però introdotta una distinzione a proposito degli stati; il Pakistan non è proprio un esempio di trasparenza e di solide istituzioni e il ruolo dell’ISI nella gestione del conflitto afghano, nella politica interna pakistana e in un milione di altre cose oscure è perlomeno ambiguo.
Gli strike sono avvenuti anche in altre parti del mondo, Italia compresa (rapimento a Milano di un imam), si può dire senza problemi che sono parte di una strategia molto aggressiva. D’altronde contrastare soggetti transnazionali che non si fanno il minimo problema a violare qualsiasi legge non è semplice. Nel prossimo futuro farò alcuni post su questi argomenti.
p.s. non ho capito il riferimento ai tag, potresti chiarire?
Non si può giustificare una politica aggressiva come quella degli Stati Uniti in nome di una Sicurezza (loro) Nazionale.
Uno stato può decidere cosa è buono e cosa è cattivo, ma solo nel proprio territorio. Chi dà il diritto a uno stato di fare azioni militari (o di qualsiasi altra natura) in un territorio di un altro stato sovrano?
Cosa dà il diritto al primo Stato di imporre la propria legge all’altro?
Questa politica è molto differente dal terrorismo?
Certo, dal NOSTRO punto di vista i Cattivi hanno ucciso un sacco di Buoni. Ma dal loro punto di vista, i Cattivi siamo noi.
Compiere un’azione militare non autorizzata in uno stato straniero (USA) è tanto diverso da compiere un’azione militare terroristica (Al Qaeda)?
Quando le Torri Gemelle vennero distrutte, gli arabi scesero in piazza a brindare.
E’ tanto diverso dagli americani che hanno intonato cortei di fronte la Casa Bianca e brindavano?
Ma soprattutto, chi ci garantisce che questi Leader del Mondo Libero siano davvero dei buoni?
Rapiscono, carcerano e in caso torturano e giustiziano delle persone su quali basi? Chi ci dà garanzie che le loro non siano dei “capricci”?
Lascia stare Bin Laden, “sceicco del terrore”…Pensa ad Abu Omar… Era anche lui uno sceicco del terrore? e l’Achille Lauro e la crisi che si sfiorò con Sigonella?
Se gli Stati Uniti (e per colpa loro, anche noi) sono afflitti dalla piaga del terrorismo, la colpa è in gran parte loro.
PS per i tag intendo i vari “i” e “b” o i “quote” da poter usare in un commento per poter sottolineare, inclinare, grassettare o quotare e via dicendo.
La politica statunitense, come quella di tutti gli imperi che li hanno preceduti, tende a essere soverchiante rispetto a quella delle altre nazioni. Non per giustificarli ma trovo comprensibili alcuni abusi, chiamiamoli con il loro nome, compiuti per rendere inoffensivi bersagli come bin Laden.
Il livello delle salvaguardie democratiche, quello che imponeva almeno di fingere di rispettare le regole, è precipitato ai minimi termini dopo l’11 settembre 2001. Anche le reazioni della folla, esasperata in tutto il mondo dalla propaganda di riferimento, lo dimostra. Come detto in precedenza devo postare parecchie osservazioni su queste cose, dammi tempo. 🙂
p.s. non so come fare per abilitare i comandi HTML nei commenti, se hai suggerimenti ti ascolto volentieri.