Compatangelo. Un bel cognome, diffuso nel beneventano e nel napoletano. Potrebbe essere l’unico elemento certo a disposizione su un nostro compatriota attivo nella Russia post zarista, in quegli anni liquidi in cui l’ex impero dei Romanov era diviso in più stati e in una condizione permanente di guerra civile.
Andrea o Angelo (vedete, non so neppure il nome!) Compatangelo. Forse ragioniere, forse commerciante. Magari entrambe le cose, chi lo sa. Forse napoletano, forse beneventano. A Kazan, vicino alla città di Samara, questo signore nel 1918 organizza una sua compagnia di fanteria arruolando circa 300 prigionieri di guerra austro-ungarici di etnia italiana (cioè provenienti dal Trentino e dal Friuli) e decide di raggiungere, attraversando la Siberia, la concessione italiana di Tientsin in Cina.
Ah, dimenticavo. C’è anche un treno blindato! Cosa dite, vale la pena raccontare questa storia?
(p.s. maladetto sia Davide Mana, che mi scatena pruriti come questo! Empio scienziato, io devo dedicarmi a un romanzo e non a queste cose!! Anatema su di te, losca creatura!!!)
Racconta, racconta 😀
Ne viene fuori un resoconto al limite dell’improbabile. Con tanto di riferimenti alla mitologia, ai Romanov, al lavoro recente di Davide Mana e a non so cos’altro.
Da quando frequento tutti i vostri blog, mi rendo conto di avere un sacco di cose da approfondire e ch per molte delle quali non riuscirò mai a trovare il tempo necessario. Ci mancava pure Compatangelo 😀
Se ne sa poco ma doveva essere un tizio decisamente interessante. Oggi seconda puntata.
Accidenti, non sapevo niente di questo mio probabile conterraneo, e si che Compatangelo non è che sia un cognome molto diffuso a Napoli (a Benevento non so).
Devi smetterla di frequentare questi loschi figuri. 😉
Smetterla? Perché? Ci sono fantasmi più interessanti di tanti vivi. 😉
cipiace cipiace cipiace!
Neanche da chiedere. 😀