Per dirla in termini marinari, si naviga a vista. È il modo più gentile che mi viene in mente per definire quanto accade nelle ultime settimane sulla scena politica italiana. Anche l’argomento più serio in assoluto, il dover far fronte a impegni molto pesanti sul piano economico nei confronti dei nostri partner europei, è diventato il proscenio per l’ennesima fuga della realtà.
Si sono rivisti il fantasma del superbollo, la revisione delle aliquote IRPEF, la promessa di cancellare l’IRAP, la revisione al ribasso dei costi della politica… quante volte avete già sentito queste cose? Nel frattempo sono già aumentate le accise sui carburanti (strano, eh?) e abbiamo appreso dei rincari per gas ed elettricità.
La parola chiave dell’attuale governo è rimandare. Spostare in avanti l’impopolarità che deriva da una manovra ‘lacrime&sangue’, non far inquietare l’attuale maggioranza con tagli alle prebende (diventeranno effettivi dalla prossima legislatura, guarda che combinazione), spazzare sotto il tappeto l’aumento dell’IVA (che deprime i consumi e produce stagflazione).
Tutto va bene, tutto serve per arrivare alla prossima settimana, a dopo l’estate, a mangiare il panettone a Natale, a poter vedere dagli scranni del governo la prossima primavera. C’è sempre un amico da piazzare, un ente da mettere nel proprio carniere, un vertice in cui farsi vedere (per poi fare scena muta durante i lavori, vero Frattini?)
Peccato che un terzo dei giovani non lavori. Che la metà delle donne al Sud non lavori. Che trovare un nuovo lavoro per chi ha più di 40 anni sia un problema. Nel frattempo perdiamo talenti, investimenti stranieri, capacità di far fronte ai problemi. Il problema di chi è? Solo nostro?
Ormai non usano neppure più le sedi istituzionali. A palazzo Chigi si preferisce palazzo Grazioli. Le decisioni le prende un singolo ministro (Tremonti) e arrivano precotte al consiglio dei ministri, le riforme le scrive Ghedini nel suo studio per portarle in seguito alle sedi parlamentari. In tutto questo c’è chi continua ad avere fiducia, a indicare il proprio voto in quella direzione. Complimenti.