Ci vuole del coraggio. A manciate. Prendere un pezzo di storia risorgimentale, di solito presentato con un carico di retorica micidiale, per basarci un lavoro di sapore fantastico già non è banale. Filtrarlo in versione moderna come linguaggio e ritmo rasenta l’eresia. Inserire elementi steampunk porta dritti al plotone d’esecuzione, ovviamente con armi ad avancarica per l’occasione.
Per Enzo Milano tutto questo non è un problema. Anzi, è carburante per l’immaginazione, benzina per un trip a puntate giocato sui ritmi di un action moderno. Mostri sacri? Non pervenuti. Sacra storia patria? Niente che si debba lasciare sul piedistallo a prendere polvere. Le cinque giornate di Milano del 1848, quelle che trovate sui libri di storia, sono state un momento straordinario per l’Italia. La versione che leggerete a puntate è un omaggio fatto con un cuore grande come quello dei Martinitt di allora.
Mettetevi comodi, spegnete il telefono e staccatevi dalla Rete. State per salire su un ottovolante di prima classe e non sono ammesse distrazioni. Seguite i link nel blogroll e fatevi la corsa fino in fondo.
(In un certo senso ci sono anche io. Come light editor. Ho cercato di oppormi all’avanzare sferragliante e spietato delle storie di Enzo e ne sono stato travolto. Così imparo, mai mettersi davanti a un tank. Non quando si è privi di uno straccio di panzerfaust, devo ricordarmi di prenderne uno quando esco di casa alla mattina come fanno gli inglesi della City con l’ombrello.)
Bella idea, ci voleva. Appena ho un attimo di tempo ne parlerò anche io.
Bravo, io ovviamente ci metto la faccia.