Glen Cook
The Black Company (1984)
Tor fantasy
pp. 320
ISBN 978-0812521399
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Quarta di copertina (da Amazon.com)
Some feel the Lady, newly risen from centuries in thrall, stands between humankind and evil. Some feel she is evil itself. The hardbitten men of the Black Company take their pay and do what they must, burying their doubts with their dead.
Until the prophesy: The White Rose has been reborn, somewhere, to embody good once more.
There must be a way for the Black Company to find her…
Recensione flash.
Il primo volume di una serie che ha una legione di fan in tutto il mondo. Una compagnia di mercenari più tosta si fatica a trovarla, anche quando sono coinvolti in trame troppo grandi per loro.
Voto: 07,00 / 10,00.
Recensione.
Devo la lettura di questo volume a Davide Mana che ha consigliato questo autore sulle pagine virtuali del suo blog poco tempo fa. Non conoscevo il lavoro di Cook, per altro non tradotto in Italia, avevo solo sentito parlare di una serie di lungo respiro e buon successo. Stiamo parlando della bellezza di dieci romanzi, più altri due previsti ma non ancora usciti. Se si aggiunge che questo primo volume è del 1984 non è difficile concludere che si tratta di una delle saghe di più lunga durata in circolazione.
Mercenari, qui sta il cuore della narrazione. Non un solo personaggio o una tradizionale compagnia ma un reparto inquadrato di tagliagole, una famiglia disfunzionale di persone con un passato da dimenticare e un futuro incerto. Si muovono in un mondo dove la magia fa parte della vita comune, oltre che della strategia militare e della lotta tra fazioni politiche. La voce narrante è quella di Croaker (dal verbo to croak, gracchiare) chirurgo e storico della Black Company, nonché anello di raccordo tra tutte le diverse anime di questo gruppo di combattenti. Nella sua veste di storico deve compilare gli annali della compagnia, unica forma di memoria scritta che fornisce un’identità comune a tutti gli appartenenti.
Il parallelo con la Legione Straniera è immediato. Si abbandona il passato, nome compreso, per essere accolti all’interno di un gruppo e servire la causa della Black Company fino alla morte o all’invalidità. Come logico per un gruppo di mercenari non si scelgono le cause ma si segue chi è in grado di pagare, non importa quanto possano essere oscuri i suoi scopi. E’ proprio quello che succede in questo romanzo, dove la Black Company viene assoldata da un mago potentissimo e coinvolta in un conflitto estremamente sanguinoso, destinato a sconvolgere il destino di un intero continente.
Dal passato ritorna un’intera congrega di maghi, un circolo oscuro riunito attorno a una Signora, risvegliati a nuove imprese dall’imprudenza di un mago troppo curioso. Nel giro di poco tempo il gruppo riprende il potere e viene contrastato da un altro circolo di maghi, i Diciotto, in un confronto che assume tutte le tinte di una guerra civile. Il conflitto dilaga all’intero continente e al lettore non rimane che seguire, tramite Croaker, lo svolgersi degli eventi fino all’ultima battaglia.
Il romanzo non è esente da difetti. La prima parte è decisamente lenta e in alcuni momenti non mancano personaggi davvero troppo sopra le righe. Uno dei twist fondamentali della trama è “telefonato” già nella prima metà del libro e vederlo realizzarsi francamente lascia la sensazione del trucco scoperto al prestigiatore di turno. Le figure dei maghi della compagnia, per quanto ben tratteggiate, sono a tratti caricaturali e alcuni dei villain rimangono troppo sullo sfondo. Di contro non mancano invenzioni interessanti ed è ottimamente rappresentato il punto di vista del reparto mercenario che vede accadere attorno a sé eventi ben superiori alle sorti di un singolo scontro.
Lettura consigliata e campanellino per le orecchie degli editori. Un testo come questo non dovrebbe costare molto in termini di diritti e potrebbe dare una resa interessante.
Felice che sia piaciuto.
Però, dai, Goblin e One-Eye sono fantastici – e sono completamente pazzi, come si conviene a chi pratica la stregoneria.
E ti invito a non dare per scontato Raven.
Concordo comunque sull’avvio lento.
Poi però parte, e per nove romanzi non lo fermi più.
Soprattutto è interessante l’impostazione “bassa” della narrativa di Cook, che ti porta sul campo di battaglia e sempre piuttosto lontano dagli Alti Comandi.
E lo stile di scrittura, che è lontanissimo dal fantasy abituale.
Si decidesse solo a fare uscire i due ultimi volumi, invece di sottoporci ad uno stillicidio di racconti brevi…!
I maghi sono divertenti, compreso Silent. Però è troppo insistita la parte che li riguarda, quando si fanno i dispetti eccetera. Raven non lo do per scontato ma a tratti è un passo troppo avanti. Capisco il discorso dei personaggi fantasy ma siamo a un filo dal super umano. Ho letto che il ciclo della black company piace ai militari, non fatico a capire il perché.
Se penso a tutte le otimeopere che non sono state tradotte e che probabilmente non lo saranno mai, nel nostro paese.
Non lo so ma, un pò di rabbia mi viene….:(
Rabbia? Sì, ma anche qualche ideuccia. Tipo fare proposte e vedere che succede.
Tra tu ed il blog di Davide avrei una wishlist enorme!
Dove troverò tutto il tempo per leggere
Tempo? Toccherà fabbricarlo, modificarlo, sospenderlo. Ma in fondo avere una wishlist abnorme e una coda di lettura infinita non è una molla per proseguire l’avventura?
Ok, letto e non piaciuto. Non molto, insomma.
Mi dispiace, spero di non averti consigliato male. Rimango dell’opinione che Cook sia un autore molto valido.
Il colpevole è un altro 🙂