Area 51, il ritorno di uno dei miti degli anni ’80

Il National Geographic, ripreso anche da Repubblica.it, pubblica un servizio sulla famosa Area 51 mostrando al pubblico foto declassificate “mai viste prima”

Qui il link: http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/05/21/foto/foto_area_51_mistero_aereo_segreto-344492/1/?ref=HRESS-21

L’immagine mostra un precedessore del Lockheed SR-71 ‘Blackbird’, l’ultimo vero areo spia ad essere sviluppato prima di cedere del tutto il compito a satelliti e droni. Si può discutere all’infinito sulla base di Groom Lake (Area 51 per i media) e su quello che vi è avvenuto a partire dagli anni ’50 quando fu costruita. Ricordiamo tutti gli alieni di Rockwell o il misterioso programma Aurora, le teorie del complotto e un numero abnorme di false notizie.

C’è un segreto nella base del Nevada? Giacobbo farebbe capire di sì e ve la menerebbe per settimane. Io dico di no, se si eccettuano le ricerche militari. Dev’essere per questo che io non sono vice direttore di Rai2.

Aria sottile

Come sapete oggi c’è uno sciopero generale, indetto dalla sola CGIL. I temi della protesta sono ben noti e non credo di poter aggiungere molto a chi fornisce documenti e statistiche sempre più allarmanti sulla tenuta industriale e occupazionale italiana. Sicuramente ognuno di voi ha dati di prima mano e esperienze personali che possono confermare l’aria sottile che si respira nell’economia del nostro paese.

Ieri sera ho avuto modo di vedere in una trasmissione televisiva come la crisi economica stia mutando il quadro sociale di riferimento in Sardegna. Della crisi di vari settori produttivi e dell’abbandono da parte di due diverse multinazionali delle attività sull’isola già sapevo, delle botte riservate come accoglienza agli allevatori sardi in quel di Roma avevo avuto eco dalla stampa. Vedere però fianco a fianco rappresentanti della piccola imprenditoria, degli allevatori, dei metalmeccanici e del commercio fa riflettere.

Non è questione di toni, è normale che chi protesta sia arrabbiato. Neppure per dichiarazioni sopra le righe o per qualche slogan sentito in sottofondo. Due cose mi hanno colpito. La prima il tirare in ballo Bersani, presente nello studio televisivo, come se fosse lui il presidente del consiglio dei ministri e di conseguenza responsabile della situazione. La seconda l’emergere per la prima volta in prime time TV su RAI2 dell’ombra pesante di Equitalia, agenzia dalle politiche molto discutibili che è stata resa da provvedimenti dissennati una sorta di moloch difficilmente contrastabile.

Dare la colpa all’opposizione per quanto avvenuto o non avvenuto sotto il governo altrui è un segno netto di come siano cambiate le cose negli ultimi anni. Cornuti e mazziati, direbbero a Napoli. Al più si può imputare al PD di non aver fatto abbastnaza per contrastare il governo. Ma dargli la responsabilità di quanto combinato dall’allegro trio Tremonti-Berlusconi-Scajola no.

Equitalia meriterebbe un’inchiesta parlamentare. Solo Report, benemerita trasmissione di RAI3, l’ha messa sotto la lente per mostrare ai cittadini cosa può fare questa agenzia. Ha poteri straordinari, mai avuti prima da nessuna agenzia governativa. L’idea era combattere l’evasione, cosa sacrosanta in una nazione dove ogni anno scompaiono più di 100 miliardi di euro (sì, avete letto bene). Peccato che ad oggi siano soprattutto in grado di mettere pressione addosso a chi praticamente si autodenuncia (per i tributi allo Stato) o a chi non paga le multe. Dove sono finiti i promessi controlli incrociati sulle anagrafi tributarie?

Tira brutta aria. C’è molta disperazione in giro, specialmente in quello che era il ceto medio. La storia del nostro paese, quella post 1945, non invita all’ottimismo. Specialmente in presenza di una classe dirigente mai così ignorante, distante anni luce da qualsiasi istanza sociale.