2011, person of the year

Ultimo post di quest’anno e ultima novità per questo blog.

E’ una vecchia idea, ci rimuginavo sopra anche lo scorso anno senza tuttavia prendere i passi necessari per realizzarla.

Ho deciso di segnalare una persona ogni anno, come ultimo post del mio blog, non tanto per metterla alla ribalta ma per ringraziarla per la sua attività e/o per i risultati che ha raggiunto.

Per il 2011 tocca a Federico Cafiero De Raho.

Federico Cafiero De Raho, sostituto procuratore della Repubblica

Chi è? Un fior di magistrato, un servitore di lungo corso dello Stato che si è distinto innumerevoli volte nella sua attività, in particolare contro il crimine organizzato. Se i Casalesi hanno un nemico #1 a cui pensano è lui.

Possa continuare a cogliere insieme ai suoi collaboratori tanti successi.

2011, tirare le somme

Se è vero che a fine anno si tirano le somme credo sia altrettanto vero che nell’occasione si debba anche mettere un po’ d’ordine, almeno mentale nelle proprie cose. Il mio 2011 è stato burrascoso sotto molti punti di vista ma mi ha riservato momenti estremamente importanti sia per la mia vita privata che per la sfera professionale. Anche nel ristretto ambito della blogsfera c’è stato movimento e per la maggior parte dei casi ha avuto conseguenze interessanti.

Malgrado una pletora di distrazioni sono riuscito a rilasciare due mini saggi quest’anno, sviluppo tanto imprevisto quanto soddisfacente. In più sono riuscito a dare una zampa ad altri autori sia in sede di revisione che di minimi contributi allo sviluppo dei loro lavori, ruolo che mi diverte sempre moltissimo. In compenso ho cancellato una lunga lista di progetti e progettini, passati dai cassetti virtuali dei miei computer direttamente al cestino. Pazienza.

Per l’anno prossimo la mia produzione sarà molto limitata. Ho in lavorazione un mini contributo a una serie di un altro autore e la seconda (e ultima) parte delle avventure della mia Stone Cold Company. Non mi lancerò in altre cose a meno di circostanze eccezionali o di progetti a sfondo benefico. L’idea è di produrre articoli e altri contributi per questo blog e soprattutto per la nuova piattaforma SF.

Chiudo l’anno con la fine dell’organizzazione delle pagine. Se ci fate caso di recente ho aggiunto prima la sub pagina di riepilogo delle “recensioni” e negli ultimi giorni ho aggiunto prima la sub pagina intitolata “le lame dell’anno” e questa mattina la nuova sub pagina “statistiche”. L’idea di base è quella di rendere trasparente per quanto possibile l’attività che viene svolta su questo blog.

Le lame dell’anno sono un minimo riconoscimento, una sorta di ‘grazie’ formale per i libri che mi hanno più colpito ogni anno. È diviso in due categorie, narrativa e saggistica. Lo dovevo già assegnare lo scorso anno sul vecchio blog, non fu possibile per una serie di problemi di varia natura. Se tutto va come deve andare ogni anno a dicembre aggiungerò le nuove lame.

Il quadro delle statistiche nasce per riepilogare le mie letture sotto alcuni indicatori di massima e di rendere pubblici i dati relativi a questo blog. Ad anno nuovo quindi procederò con il computo definitivo delle cifre del 2011 e spero anche in questo caso di ripetere l’operazione ogni anno.

Il mio 2012 comporterà anche un massiccio aggiornamento professionale. Java SDK e MySQL i due ambiti con cui fare i conti, con la programmazione ad oggetti come punto di partenza. C’è da correre e tanto spazio per farlo. Ci si vede domani per l’ultimo post dell’anno e le mie ‘person of the year’.

2011, luci e ombre

Il 2011 per molti è stata una pessima annata. Tra difficoltà lavorative, economia finita a strisce e legittimi timori per il futuro tracciare dei bilanci rischia di portare alla luce un quadro degno di Bosch, magari con in sottofondo una messa da requiem.

Eppure, non tutto è stato così brutto. Si sono viste cose in cui non avrei mai sperato e sono proseguiti cambiamenti che portano verso direzioni positive. Se si trova la forza, argomento per me difficile, per alzare la testa dal proprio quotidiano per guardarsi attorno qualche lampo di luce c’è. Siamo tutti inseriti in un contesto che ormai trascende anche la parola ‘globalizzazione’, dove tutto è interconnesso a un livello che può essere difficile razionalizzare.

L’ingresso dell’Estonia nell’eurozona e i crolli dei regimi del nord Africa (Tunisia, Egitto, Libia), il vento di riforma detto ‘primavera araba’ che sta spostando gli equilibri in tanti paesi (Marocco, Yemen, Arabia Saudita, emirati del golfo Persico) e che tuttora alimenta l’incendio siriano. La voglia di protagonismo della Turchia, l’incertezza libanese e la solitudine di Israele. Vicino a una Giordania impaurita si sta riaprendo di peso il cantiere iracheno, liberato dall’alibi della presenza americana e poco più in là l’enigma iraniano rischia di mettere in discussione l’equilibrio nucleare.

Il nucleare ha trovato la sua Waterloo a livello civile con il disastro giapponese. Dopo Fukushima, al di là delle circostanze eccezionali che si sono verificate, l’equilibrio del consenso mondiale ai reattori per l’uso civile si è spostato verso il ‘no’. Le conseguenze economiche e industriali potrebbero essere davvero interessanti con lo spostamento di investimenti verso tecnologie più sostenibili per il nostro futuro. Deriva da questa vicenda anche l’esito della campagna referendaria italiana, grande impulso di partecipazione e di risveglio civile che ha portato anche a dei risultati interessanti nelle elezioni amministrative.

Tutto cambia, anche l’esistenza di figure simbolo del terrorismo. La morte di Osama bin Laden è destinata ad essere ricordata a lungo e a dare luogo a leggende complottiste d’ogni sorta. Dal 2001 era diventato il simbolo di un mondo sommerso che in realtà non controllava e lascia in eredità un modus operandi che durerà a lungo. Il quaedismo contiene in sé molte contraddizioni, difficile immaginare un futuro coeso per la pletora di movimenti che si dicono collegati ad Al-quaeda.

Il passato diventa veramente tale quando ci si fa i conti, giusto? Forse è questo il pensiero ricorrente dietro l’arresto degli ultimi ricercati serbi per la secessione jugoslava, la separazione in due stati del Sudan, il trattato tra India e Bangladesh o la decisione dell’Unesco di ammettere la Palestina come membro effettivo. La decisione dell’ETA di chiudere, si spera davvero per sempre , la stagione infinita della lotta armata termina un capitolo della storia spagnola proprio nell’anno in cui le ultime decisioni del governo Zapatero scalzano i simboli superstiti del franchismo.

Per altri il passato deve tornare, forse ripetersi. Le vicende ungheresi mostrano chiaramente i limiti di una democrazia non sufficientemente matura, così come il persistere dell’instabilità in Ucraina o le difficoltà di espressione di libertà di pensiero in un arco vastissimo del pianeta che va dalla Russia alla Cina, dal Medio Oriente alla Birmania. Eppure si cominciano a vedere delle fessure, crepe anche dove non ci aspetterebbe. Le timidissime aperture del regime militare birmano, le manifestazioni di piazza post elettorali in Russia, il lentissimo cambio di atteggiamento cubano. Eppur si muove, direbbe Galileo.

Tutto si muove, persino in Italia. Caduto l’alibi Berlusconi si sono riaperti tutti i tavoli e mille topi si affannano a correre in tutti i cantoni di una nave che è stata davvero sul punto di affondare nei flutti della speculazione. Tra operazioni di dubbia riverginazione e migrazioni politiche dal sapore di transumanza il nostro paese sta affrontando una doccia di realismo che ricorda molto il 1992. È finita la seconda repubblica? Rivedremo inchieste come ‘Mani pulite’? Forse, così come forse vedremo emergere qualche brandello di verità sui patti tra Stato e crimine organizzato. Che dirvi, mi manca Giorgio Bocca; lui avrebbe saputo come inquadrare il tutto in poche cartelle.