2012, person of the year

Ultimo post di quest’anno, sulla falsariga di quanto fatto nel 2011.

Ho deciso di segnalare una persona ogni anno, come ultimo post del mio blog, non tanto per metterla alla ribalta ma per ringraziarla per la sua attività e/o per i risultati che ha raggiunto.

di_matteo_nino

Per il 2012 tocca a Antonino “Nino” Di Matteo. Con la speranza che le attuali asprezze trovino una soluzione adeguata, consentendo a lui e ai suoi colleghi di continuare il proprio lavoro.

2012, tirare le somme

Se è vero che a fine anno si tirano le somme credo sia altrettanto vero che nell’occasione si debba anche mettere un po’ d’ordine, almeno mentale nelle proprie cose. Il mio 2012 è stato vissuto all’insegna dell’adattamento e di lezioni apprese in maniera piuttosto brusca.

economy

Intendiamoci, nulla di drammatico o di particolarmente problematico, diciamo che ogni tanto si ricevono richiami all’ordine dalla vita e che non bisogna mai dare nulla per scontato quando si ragiona sulle relazioni personali. Lezione appresa, vedremo come si svilupperà il tutto nel 2013.

work in progress

Lo spazio che volevo dedicare all’aggiornamento professionale è sparito nel nulla, peccato che l’esigenza ci sia tuttora e si faccia più pressante. La questione si ripresenterà nel 2013 con una certa forza, ci sarà da capire come inventare un modo adeguato di farvi fronte.

IL FUTURO E' TORNATO

IL FUTURO E’ TORNATO

Come blogger l’anno l’ho passato all’ombra di una nuova avventura, del progetto corale che è diventata la blogzine “Il futuro è tornato“. Con la fine del 2012 si conclude anche il periodo sperimentale di questa testata e posso dire di esserne soddisfatto. Ne parlerò in altra sede, appunto sulla blogzine. Viceversa, andando a vedere quanto scrivevo un anno fa:

Per l’anno prossimo la mia produzione sarà molto limitata. Ho in lavorazione un mini contributo a una serie di un altro autore e la seconda (e ultima) parte delle avventure della mia Stone Cold Company. Non mi lancerò in altre cose a meno di circostanze eccezionali o di progetti a sfondo benefico. L’idea è di produrre articoli e altri contributi per questo blog e soprattutto per la nuova piattaforma SF.

Posso dire di aver mantenuto il concetto di ‘limitato’. Il contributo alla serie di Enzo Milano non si è concretizzato, la seconda puntata della SCC è rimasta uno schema e qualche appunto sparso. In compenso è uscita l’antologia “Capacità nascoste” che ospita un mio racconto e che sarà il mio ultimo libro cartaceo salvo imprevisti. Ho chiuso pochi giorni fa (11 dicembre) la round robin “Due minuti a Mezzanotte” e partecipato ad un altro progetto per ora riservato.

BANNER 2MM

Ho inserito qualche post in inglese qui e là, il che è divertente ma è molto lontano da quello che avevo in mente (un altro blog tematico in inglese, idea naufragata). Vedrò se e come evolvere questo cosa nel 2013 ma per ora la sensazione è che si naviga a vista, in questa sede non riesco a crearmi un palinsesto di riferimento.

mobile phone and books

Sono riuscito a leggere di più, il che è sempre una bella soddisfazione, con una qualità media più alta dello scorso anno. Il focus è nettamente verso gli ebook (la proporzione è meno di un cartaceo su dieci letture), con proporzioni 55-45 sul bilancio italiano/inglese e su editi/autoprodotti. Volevo dare più spazio ai saggi ma sono rimasto sotto il 10%, altra cosa insoddisfacente.

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Contro ogni previsione sono riuscito a rimanere sui social network, malgrado tutte le mie paturnie a riguardo. Merito di qualcosa che ufficialmente non esiste, il che ne fa una sorta di impossibilità logica che ben si sposa con quel tipo di attività. Continuo a pensare che gran parte della blogosfera e dei social sia troppo autoreferenziale, più simile a uno strumento di autoaiuto psicologico che non a una serie di strumenti utili.

Ho assegnato i miei non-premi dell’anno 2012, li potete trovare nella pagine apposita (le lame dell’anno).

Bene, l’anno è finito. A domani con la persona dell’anno.

A un passo dalla fine del mondo

Mancano solo dieci giorni alla data fatidica della fine del mondo e le librerie sono invase da testi che la smentiscono, dopo quasi due anni di uscite in segno contrario. La passione per il millenarismo più o meno d’accatto continua a far vendere, il che sarebbe anche una buona notizia per l’asfittica editoria nostrana.

december-21-2012

Quello che non è una buona notizia è il perdurare della mancanza di una solida capacità di discernimento in larghi strati della popolazione. Non che non si sapesse già ma in queste settimane rimpiango davvero di non aver provato a mettere su un’operazione come quella di Bugarach, almeno si portava a casa qualche euro ai danni dei gonzi.

Un pò come ha fatto Roberto Giacobbo con due dei suoi libri-fotocopia (2012. La fine del mondo? e 2012 Ultime notizie sulla fine del mondo) o come ha fatto Steve Alten (2012. La fine del mondo); poi ci sono due o tre testi di indagine a firma di Sabrina Mugnos per i tipi di Macro Edizioni (il concetto di indagine scientifica messo vicino a quello di profezia… mah!).

Il “meglio” arriva dalla produzione in lingua inglese a cui dobbiamo perle di grande valore antropologico e sintattico come “End of the World 2012” a firma del trio Carol Chapman, Miriam Balsey e John Chapman; “2012, the Bible and the End of the World” di Mark Hitchcock è un altro titolone da ricordare (notare l’astuta connessione con la bibbia che con le disgrazie a comando ci sta sempre bene).

Poi c’è il filone del survival, sempre sotto traccia nel mercato americano, che ad ogni possibile isteria da crisi risorge in tutto il suo splendore. Titoli come “The 2012 Survival Guide” di quella vecchia volpe di Kip Livingston come possono mancare dalla biblioteca, ammesso che abbiate provveduto per tempo a rifugiarvi da qualche parte per leggerlo. Il mio preferito per titolo e argomento rimane “Apocalypse 2012 cookbook” di Darril Fosty, un vero must per un paese dove i programmi di cucina ormai li trasmettono H24.

Bene, avete ancora dieci giorni. Poi partono le pernacchie.

Top5 – Italia 2022

OK, è ufficiale. Il meme delle top5 ha generato un altro meme, dritto dalla penna di Davide Mana. Immaginare cinque (facciamo sei, dai!) scenari per il 2022. Herr doktor l’aveva pensato per i singoli, poi Alessandro Girola mi ha sfidato a portare la situazione sull’intero paese.

Il meme nasce qui.

Quindi tocca aprire la mente e portare avanti il calendario. Ladies and gentlemen, here we go.

Scenario uno, 2022 benvenuti nel terzo mondo.

Probabilità: bassa.

Alla fine non ce l’abbiamo fatta. il ceto politico-gerontologico e le sue clientele hanno concluso la loro brillante missione di disfacimento di un paese e siamo finiti per terra. il brutto è che la nostra caduta ha travolto prima l’euro e poi il resto dell’economia mondiale, causando una recessione che fa impallidire qualsiasi precedente conosciuto. Il nome “Italia” è diventato sinonimo di fallimento e la diaspora dei nostri connazionali ha sorpassato quella di inizio ‘900. In compenso siamo diventati un narcostato, una via di mezza tra un paradiso fiscale e una zona di industrializzazione senza regole. Siamo messi peggio del Messico del 2012, tanto per capirci. Chi poteva se ne è andato da un pezzo, gli altri cercano un angolo pacifico in cui tirare avanti.

Scenario due, 2022 benvenuti nel nulla.

Probabilità: bassa.

Ancora una volta Tomasi di Lampedusa ha avuto ragione. Sono cambiate le sigle dei partiti, sperimentate tre leggi elettorali diverse e mescolate le carte più volte negli enti statali e nelle poche aziende ancora rilevanti del paese. Il tutto per continuare a vedere le stesse facce, salvo alcuni decessi intervenuti nel frattempo. La pressione fiscale aumenta lentamente, le norme diventano sempre più bizantine e la coda nei tribunali sempre più lunga. Abbiamo vinto i mondiali di calcio un’altra volta e il consumo di derivati della cocaina è trasversale all’intero spettro sociale. Siamo saldamente ancorati alle posizioni basse di tutte le classifiche per istruzione, libertà di stampa e facilità di fare impresa. Il metodo Marchionne sta facendo presa in tutte le grandi aziende.

Scenario tre, 2022 in medio stat virtus.

Probabilità: media.

Eppur si muove, frase apocrifa attribuita a Galilei, descrive bene il paese. Ogni anno i dati di evasione e elusione fiscale calano, un poco alla volta. Ogni anno sale leggermente il numero degli occupati e le differenze di retribuzione uomo/donna si stanno appiattendo. Cresciamo poco ma abbiamo cessato di essere il fanalino di coda dell’Unione Europea, il cambio generazionale sta facendo riprendere quota al concetto di “civismo”. Rimane pressoché sconosciuto il concetto di riforme, in pratica i cambiamenti arrivano dall’adeguamento delle norme e ai trattati europei.

Scenario quattro, 2022 l’alternativa siamo noi.

Probabilità: media.

Ci abbiamo messo tanto ma alla fine abbiamo capito. Prendendo le mosse dal’ennesima serie di scandali abbiamo svecchiato in maniera pesante la classe dirigente e avviato un meccanismo a valanga che ha finito per trascinare verso il dimenticatoio una generazione di boiardi di stato. Il servizio pubblico RAI è diventato un caposaldo della scena culturale italiana e dopo essere stato sottratto alla mano politica ha finito per generare anche profitti. Un lento processo di aggregazioni sta riducendo il nanismo imprenditoriale, spinto finalmente da una politica nazionale che vincola gli investimenti e le commesse di stato ai cambiamenti della cultura aziendale. La precarietà estesa è stata progressivamente portata al livelo medio europeo grazie al semplice espediente di far costare un’ora di lavoro precario più di un’ora di lavoro a contratto stabile. Il nostro ruolo naturale di ponte nel Mediterraneo ci sta facendo giocare un ruolo da protagonista nella creazione della zona economica nordafricana.

Scenario cinque, 2022 un posto in prima fila.

Probabilità: bassa.

Alla fine qualcuno ha fatto i conti. 120 (evasione) + 60 (corruzione) + 200 (crimine) fanno 380 miliardi di euro all’anno, cifre del 2012, che distruggono il bilancio nazionale. In dieci anni si è fatta una battaglia spietata, tutta sulla cultura, per arrivare a stroncare le pastoie che avevano affossato l’Italia in passato. Questo ha portato ad emarginare dal tessuto sociale, a tutti i livelli, chi non rispettava le più elementari regole di convivenza sociale (come pagare le tasse, per esempio). Proprio dalla cultura e dall’arte, dal paesaggio e dalla bellezza, si è ripartiti per avere le risorse necessarie per modernizzare finalmente il funzionamento dello Stato. Dopo aver rottamato le idiozie celtiche della Lega il concetto di autonomia si è spostato sulle piccole comunità, ovvero sulla gran parte degli 8200 comuni italiani, dove portare il focus sulla microgenerazione e il totale superamento del digital divide ha consentito la nascita di migliaia di progetti innovativi.

A questo punto dovrei aver finito, giusto? E’ una top5 e le cinque posizioni le dovreste avere lette. Invece no, c’è il sesto scenario giusto per stare nelle regole del meme.

Scenario sei, 2022 ad astra!

Probabilità: minima.

Rotto l’argine del cambio generazionale e adottata come regola base l’assoluta assenza di conflitti di interesse pena l’azzeramento dei consigli di amministrazione l’Italia si è trovata nella solita necessità di crescere senza avere grandi risorse economiche o materie prime da sfruttare. Abbiamo aperto le porte al settore della ricerca medica e farmaceutica, prendendo nel nostro paese tutte le produzioni a basso costo destinate all’oblio dalle multinazionali e abbracciando la causa delle malattie rare. La direzione è quella dei nostri punti forti, etici o no che siano. Patrimonio artistico, protezione del territorio, agricoltura a impatto zero, microgenerazioni energetiche, riciclaggio e riutilizzo, azzeramento del digital divide, progettazione e realizzazione di armamenti, robotica, bioingegneria e biotecnologie.

Non siamo proprio stati dei bravi bambini. La cyberwar che abbiamo scatenato contro tutti i paradisi fiscali ha lasciato parecchi strascichi, in particolare con la Svizzera. In compenso le liste di evasori che abbiamo distribuito per il mondo hanno causato una strage fiscale mai vista prima. San Marino è praticamente fallita dal punto di vista bancario e lo IOR è stato messo sotto accusa da mezzo mondo. Siamo entrati in urto anche con il nostro alleato più ingombrante, gli USA. Accogliere la Turchia nelle UE, processo che abbiamo facilitato al massimo, non è piaciuto a Washington ma non è nulla di fronte al processo di aggregazione economica che stiamo favorendo dal Marocco al Libano. Dopo l’euro vedere nascere il dirham transnazionale, con ampia possibilità di espandersi a tutto il Medio Oriente, ha fatto scattare le sirene di allarme di tutte le super potenze.

2011, tirare le somme

Se è vero che a fine anno si tirano le somme credo sia altrettanto vero che nell’occasione si debba anche mettere un po’ d’ordine, almeno mentale nelle proprie cose. Il mio 2011 è stato burrascoso sotto molti punti di vista ma mi ha riservato momenti estremamente importanti sia per la mia vita privata che per la sfera professionale. Anche nel ristretto ambito della blogsfera c’è stato movimento e per la maggior parte dei casi ha avuto conseguenze interessanti.

Malgrado una pletora di distrazioni sono riuscito a rilasciare due mini saggi quest’anno, sviluppo tanto imprevisto quanto soddisfacente. In più sono riuscito a dare una zampa ad altri autori sia in sede di revisione che di minimi contributi allo sviluppo dei loro lavori, ruolo che mi diverte sempre moltissimo. In compenso ho cancellato una lunga lista di progetti e progettini, passati dai cassetti virtuali dei miei computer direttamente al cestino. Pazienza.

Per l’anno prossimo la mia produzione sarà molto limitata. Ho in lavorazione un mini contributo a una serie di un altro autore e la seconda (e ultima) parte delle avventure della mia Stone Cold Company. Non mi lancerò in altre cose a meno di circostanze eccezionali o di progetti a sfondo benefico. L’idea è di produrre articoli e altri contributi per questo blog e soprattutto per la nuova piattaforma SF.

Chiudo l’anno con la fine dell’organizzazione delle pagine. Se ci fate caso di recente ho aggiunto prima la sub pagina di riepilogo delle “recensioni” e negli ultimi giorni ho aggiunto prima la sub pagina intitolata “le lame dell’anno” e questa mattina la nuova sub pagina “statistiche”. L’idea di base è quella di rendere trasparente per quanto possibile l’attività che viene svolta su questo blog.

Le lame dell’anno sono un minimo riconoscimento, una sorta di ‘grazie’ formale per i libri che mi hanno più colpito ogni anno. È diviso in due categorie, narrativa e saggistica. Lo dovevo già assegnare lo scorso anno sul vecchio blog, non fu possibile per una serie di problemi di varia natura. Se tutto va come deve andare ogni anno a dicembre aggiungerò le nuove lame.

Il quadro delle statistiche nasce per riepilogare le mie letture sotto alcuni indicatori di massima e di rendere pubblici i dati relativi a questo blog. Ad anno nuovo quindi procederò con il computo definitivo delle cifre del 2011 e spero anche in questo caso di ripetere l’operazione ogni anno.

Il mio 2012 comporterà anche un massiccio aggiornamento professionale. Java SDK e MySQL i due ambiti con cui fare i conti, con la programmazione ad oggetti come punto di partenza. C’è da correre e tanto spazio per farlo. Ci si vede domani per l’ultimo post dell’anno e le mie ‘person of the year’.