
Alan D. Altieri (Sergio Altieri)
Killzone – autostrade della morte
TEA Edizioni
(tutti i racconti, terzo volume)
2010
ISBN 978-88-502-2159-2
Euro 12,00 – pp. 262
Risvolto di copertina:
Nella galleria dei personaggi di Alan D. Altieri, in questa schiera di donne e uomini perduti che calcano una terra corrotta e malata, un posto di primo piano spetta a Russel Brendan Kane. È proprio alla figura mitica del master sniper, tiratore scelto dello Special Air Service è dedicato questo nuovo volume che raccoglie sei racconti: Dry Thunder (l’inedito che Altieri ha scritto apposta per l’occasione), Monsone, Joshua Tree, Il giorno dell’artiglio, Family Day e Zona Zero.
Eroe solitario e tormentato, fermo sull’orlo dell’abisso futuro e inseguito dagli spettri del passato, Kane ha attraversato tutti i campi di fuoco per scoprire che nell’istante della distruzione ogni distinzione, ogni ragione si annulla. Ma non è soltanto un gelido ‘terminatore’ di individui e situazioni, anzi. Perché, come ci ricorda il suo creatore, “Russel Kane è medico. Giuramento di Ippocrate da un lato, proiettili ad alta velocità dall’altro, preservazione della vita a destra, apoteosi della morte a sinistra. Questo cuore di tenebra, che più inestricabile non potrebbe essere, costringe Russel Kane nella ugualmente inestricabile contraddizione di ‘eroe bruciato’”.
L’eroe nero che è sceso all’inferno e ne è tornato…
Riferimenti internet:
http://www.tealibri.it/scheda.asp?idlibro=4721
http://it.wikipedia.org/wiki/Alan_D._Altieri
http://alanaltieri.forumfree.it
Recensione flash:
Il volume è un buon modo per recuperare, a un prezzo decente, i racconti dell’autore apparsi negli anni in varie pubblicazioni. Per chi segue la saga di Russel Kane il brano inedito (Dry Thunder) di per sé vale l’acquisto.
Voto finale (complessivo antologia): 07,00 / 10,00.
Recensione:
Prosegue la pubblicazione presso TEA dei volumi che raccolgono la produzione breve di Sergio Altieri, questo è il terzo volume che è dedicato in maniera monotematica al personaggio Russel Brendan Kane (serie di romanzi ‘Sniper’, pubblicati per Segretissimo Mondadori e in seguito ristampati per TEA). Rispetto ai precedenti volumi (Armageddon e Hellzone) c’è una gemma, un racconto che si colloca direttamente alla fine del terzo, per ora ultimo, romanzo della serie per spiegare come sia stato possibile per il protagonista uscire con le sue gambe da una situazione apparentemente impossbile (Dry Thunder). Il resto del volume, cinque racconti, ci mostra il tiratore scelto più pericoloso mai inventato al servizio altrettante missioni, una più nera dell’altra.
Le coordinate fondamentali di questi episodi sono le stesse, ripetute fino a mostrare la corda di queste storie brevi. Il protagonista si confronta con un campionario di feccia, gli viene affidato un compito in linea con la sua fama, termina il lavoro spazzando via la suddetta feccia. Le altre costanti sono l’ormai leggendario fucile ‘Moloch’ e un uso del linguaggio sempre più cinematografico.
Nota bullonara: il calibro .400 Alaskan attualmente non esiste. Dovrebbe combinare le caratteristiche del .338 Lapua con quelle del .50 BMG; perché dico attualmente? Perché in questo caso la finzione sembra precedere la realtà, ci sono ricerche in corso per arrivare a quel genere di performance.
Altieri sta utilizzando questi racconti per arrivare alla cesura tra i suoi tre cicli narrativi moderni, ovvero il ciclo di Los Angeles (prevista pentalogia), quello già citato dello Sniper (tre volumi più uno programmato) e i due volumi del prossimo futuro (Kondor e Ultima Luce). Ogni storia aggiunge un pezzetto, una tessera a un puzzle che mostra un mondo condannato senza speranza di redenzione. Ogni cosa è destinata a mostrare il suo lato peggiore, la sua oscurità. Il sesso sempre più deviato e contorto, i media sempre più allucinati, l’economia che lascia dietro di sé sempre più miserabili, la logica della jungla che trionfa tra inquinamento, pandemie e guerre sempre più insensate.
Ultima nota sul linguaggio, vero marchio di fabbrica dell’autore, che sta attraversando una trasformazione progressiva che stento a trovare equilibrata. La scansione del periodo, spesso ridotto a frasi brevissime che richiamano la poesia, l’abuso (siamo oltre l’uso) del linguaggio di strada stile gangsta, il ripetersi di schemi di frasi messi in bocca a tutti i tipi di personaggi… sono tutti fattori che da caratterizzanti stanno diventando devianti. Se il genere del techno thriller o del noir si sposa benissimo con le immagini che Altieri sa suscitare e descrivere in maniera minimale è altrettanto vero emerge la sensazione di avere personaggi meno definiti rispetto al passato e che in particolare ogni vicenda stia diventando pretesto per veicolare sempre lo stesso schema.
Aspetto il Maestro di nuovo alla prova del romanzo, so che ha progetti in cantiere dalle possibilità notevoli. Speriamo!