This week ends one of the most interesting project of collective writing in the italian section of the blogosphere; yes, the second season of 2MM is over and it was up to me to write the final chapter.
Alessandro Girola
Verso Nativity
Ci siamo, si riparte per la seconda stagione di “Due Minuti a Mezzanotte”. Sono a bordo anche questa volta e il buon Alessandro Girola, il ringmaster di questa avventura virtuale, mi ha riassegnato la puntata di chiusura.
Diverse novità rispetto alla prima stagione. Meno componenti nel roster di partenza, questa volta sono 27; un parziale ricambio tra chi scriverà le varie puntate e, fattore da non dimenticare, un po’ più di spazio per sviluppare le proprie idee.
La prima puntata andrà in onda il prossimo mercoledì, il 13 febbraio. Da lì in avanti, ogni mercoledì, avremo una nuova puntata. Dalle premesse questa stagione promette di essere molto più dark della precedente (che già non scherzava, vi ricordate il bodycount finale?)
Nativity. Europa. Uno scontro che promette di andare decisamente oltre le trame dei fumetti che conosciamo.
2MM: come nasce una conclusione
Seguendo l’esempio di alcuni tra i miei predecessori ho deciso di scrivere anche io un post per raccontare la genesi e le circostanze che mi hanno portato a scrivere il 34esimo capitolo della round robin “Due minuti a Mezzanotte”, ho aggiunto anche alcune riflessioni sparse sull’argomento.
Due minuti a mezzanotte, siamo alla fine
Ci siamo. Oggi è uscito il 33esimo capitolo della serie, a firma dell’ottimo Fra Moretta, il che apre le porte all’ultimo che porterà la mia firma. Durante questi mesi abbiamo avuto il modo di seguire lo sviluppo delle vicende nel mondo creato da Alessandro Girola, facendo la conoscenza con super umani di tutti i tipi e con trame che vanno molto al di là del plot principale. Abbiamo visto cadere eroi e villain, in un mondo alternativo dove la morte non è certo un evento eccezionale come avviene nelle narrazioni Marvel o DC.
Admiral City, lo scenario principale di 2 Minuti a Mezzanotte, è una città sotto attacco. Incendi, mancanza di energia elettrica, scontri armati tra umani e super umani o tra gruppi diversi di super umani. Il suo simbolo, la Salazar Tower, è stato spezzato in due in una scena che a molti ha ricordato il crollo delle Twin Towers. Impossibile dire quanti civili siano morti o feriti, quanti siano fuggiti in cerca di scampo fuori dai confini della città o verso i luoghi della periferia rimasti relativamente indenni. Il presidente Romney segue le vicende dalla Casa Bianca, così come altri, più misteriosi, personaggi rimangono sullo sfondo.
Dato il numero di vicende in corso e i vari fili sparsi che sono rimasti della trama devo purtroppo anticipare che non sarà possibile chiudere tutte le questioni, mi focalizzerò su quelle principali e cercherò di chiudere più episodi possibile. Ci sono risposte che devono essere date, almeno secondo il mio parere, mentre altro può rimanere sullo sfondo, così come di norma accade quando si narra di cose reali. Il destino dei 920.000 abitanti di Admiral City, il trauma per una nazione di vivere un simile evento, le sue ripercussioni nel futuro… non si può lasciare irrisolte queste domande.
Tempo fa , scherzando, dicevo che l’unica maniera per risolvere la cosa era far arrivare un bel meteorite e azzerare il tutto con una super esplosione. Molto grafico. Ma altrettanto scadente, sarebbe una scappatoia indegna del lavoro degli autori e delle autrici che mi hanno preceduto. Quindi tocca inventarsi qualcosa. E ora che ci penso, un paio di idee ce le ho… tenete presente l’immagine di testa di questo pezzo.
Top 5: Maestri di scrittura
Lo sapete, ogni tanto scatta un meme. O un sub-meme, categoria ancora più infida. Dopo aver letto il post di Alessandro Girola dedicato ai suoi cinque maestri di scrittura (qui) e la risposta di Davide Mana (che qui ne cita nove, ma va bene lo stesso) anche io dovevo farmi sentire, entrare nel gioco. Volendo essere preciso devo dire che non si tratta solo di come scrivono i “miei” cinque ma anche e sopratutto per quanto le loro opere mi hanno dato in passato e continuano a darmi anche ora. Io non posso definirmi scrittore, nè ho questa ambizione per il futuro. Ma mi piace giocare con le parole ed ho intenzione di continuare.
Eccoci qui, si parte con la top 5!
Emilio Salgari rappresenta la mia giovinezza e una sorta di primo amore narrativo. Non scriveva bene e con gli occhi di oggi i suoi “riempitivi” e le sue approssimazioni storiche, logiche e geografiche fanno sorridere. Ma aveva una grande forza evocativa e una conoscenza istintiva dei meccanismi di base della narrativa. Difficile rimanere del tutto indifferenti ai suoi lavori migliori o non ricordare personaggi iconici come il Corsaro Nero.
Rappresenta qui anche tutta una generazione di scrittori, troppi per rammentarli tutti, che ha fatto da cesura tra l’800 e il ‘900, dando finalmente un respiro narrativo a un mondo che aveva cancellato la dicitura “terra incognita” dalle mappe.
David Gemmell è qui per rappresentare il modo che preferisco di approcciare il genere fantasy. Poca magia, molto sangue-sudore-lacrime. Capace di citare i classici nello spirito e nella lettera, di mettere il lettore dalla parte di personaggi perlomeno discutibili, di creare un suo mondo (mi riferisco all’ambientazione del ciclo dei Drenai) condivisibile anche da lettori appartenenti ad altre culture. Aveva la capacità di spaziare tra elementi SF a cose rubate dai romanzi storici, passando senza pietà tutto sotto il filtro di un grande pragmatismo.
Harry Turtledove appartiene per me alla categoria dei creatori, dei bardi. Nessuno si è dimostrato in grado di utilizzare la storia come lui per produrre narrativa di buono, spesso ottimo, livello. E’ un autore molto commerciale, spesso in grado di allungare il brodo come nessun altro per creare trilogie dove sarebbe bastato un buon romanzo. Anche nelle sue cose peggiori però rimane a un livello linguistico e logico elevato, una sorta di standard che lo colloca parecchio al di sopra della concorrenza. Al suo meglio fa veramente male.
Raymond Chandler rappresenta qui tutto il settore, enorme,della narrativa gialla/thriller/noir che ho divorato nel corso di decenni. Stile di scrittura mostruoso nella sua apparente semplicità, una cifra stilistica che traspare anche dalle traduzioni peggiori. Chandler descriveva la natura umana, descritta ad occhi socchiusi per non fare trasparire emozioni in eccesso. Esprimeva grande ritmo senza apparenti forzature, era ingrado di rendere interessante anche le cose più banali. Riscoprirlo in lingua originale è stato impressionante.
Sergio Altieri, in arte Alan D. Altieri, è il mio scrittore preferito dagli anni ’90. Grande ammiratore di Chandler, uno dei pochi a cercare di esprimere attraverso il linguaggio una cifra originale. Ho riletto un minimo di dieci volte ogni suo libro, trovando spesso un modo diverso di vivere le vicende descritte. Non è un autore da mezze misure, lo si ama o lo si detesta. Sceneggiatore, traduttore, editor ma sopratutto grande narratore di vicende giocate a un passo dal baratro dell’animo umano, di scelte nere e di personaggi al limite.
Bastano? No? Pazienza, se ne volete altri dovrete aspettare la prossima volta.
Due minuti a mezzanotte – si comincia!
Ci siamo, il nuovo round robin è cominciato. Con la prima parte pubblicata da Alessandro Girola la campagna narrativa “Due minuti a mezzanotte” ha iniziato la sua corsa, destinata a proseguire con un diverso autore ogni settimana per i prossimi mesi.
Malgrado qualche dubbio dell’ultima ora almeno trenta narratori si alterneranno per fare proseguire una storia che parte da una caratterizzazione forte e di cui non è possibile prevedere l’evoluzione. Faccio parte della squadra anche io, con un ruolo per me inedito ovvero quello di chiusura.
Toccherà a me raccogliere i vari filoni narrativi, potare senza pietà quelli che giudicherò essere rami secchi e dare l’ultimo colpo di spada, il colpo di grazia. Quello che spero, lo dico nell’interesse di tutti, è che i colleghi che mi precederanno si parlino tra di loro, che diano uno spazio ampio alle loro trame.
Avere un limite di 1000 parole complica parecchio la vita, specialmente se non si è abituati a disciplinare la propria maniera di scrivere. Durante la “Sick Building Syndrome” promossa da Davide Mana quando è toccato a me ho dovuto ridurre di 200 parole circa il contributo che avevo scritto e non è stato semplice.
Ora tocca aspettare. Leggere man mano, prendersi appunti. E continuare a passare la pietra sulla lama, senza fretta.
Top5 – Italia 2022
OK, è ufficiale. Il meme delle top5 ha generato un altro meme, dritto dalla penna di Davide Mana. Immaginare cinque (facciamo sei, dai!) scenari per il 2022. Herr doktor l’aveva pensato per i singoli, poi Alessandro Girola mi ha sfidato a portare la situazione sull’intero paese.
Il meme nasce qui.
Quindi tocca aprire la mente e portare avanti il calendario. Ladies and gentlemen, here we go.
Scenario uno, 2022 benvenuti nel terzo mondo.
Probabilità: bassa.
Alla fine non ce l’abbiamo fatta. il ceto politico-gerontologico e le sue clientele hanno concluso la loro brillante missione di disfacimento di un paese e siamo finiti per terra. il brutto è che la nostra caduta ha travolto prima l’euro e poi il resto dell’economia mondiale, causando una recessione che fa impallidire qualsiasi precedente conosciuto. Il nome “Italia” è diventato sinonimo di fallimento e la diaspora dei nostri connazionali ha sorpassato quella di inizio ‘900. In compenso siamo diventati un narcostato, una via di mezza tra un paradiso fiscale e una zona di industrializzazione senza regole. Siamo messi peggio del Messico del 2012, tanto per capirci. Chi poteva se ne è andato da un pezzo, gli altri cercano un angolo pacifico in cui tirare avanti.
Scenario due, 2022 benvenuti nel nulla.
Probabilità: bassa.
Ancora una volta Tomasi di Lampedusa ha avuto ragione. Sono cambiate le sigle dei partiti, sperimentate tre leggi elettorali diverse e mescolate le carte più volte negli enti statali e nelle poche aziende ancora rilevanti del paese. Il tutto per continuare a vedere le stesse facce, salvo alcuni decessi intervenuti nel frattempo. La pressione fiscale aumenta lentamente, le norme diventano sempre più bizantine e la coda nei tribunali sempre più lunga. Abbiamo vinto i mondiali di calcio un’altra volta e il consumo di derivati della cocaina è trasversale all’intero spettro sociale. Siamo saldamente ancorati alle posizioni basse di tutte le classifiche per istruzione, libertà di stampa e facilità di fare impresa. Il metodo Marchionne sta facendo presa in tutte le grandi aziende.
Scenario tre, 2022 in medio stat virtus.
Probabilità: media.
Eppur si muove, frase apocrifa attribuita a Galilei, descrive bene il paese. Ogni anno i dati di evasione e elusione fiscale calano, un poco alla volta. Ogni anno sale leggermente il numero degli occupati e le differenze di retribuzione uomo/donna si stanno appiattendo. Cresciamo poco ma abbiamo cessato di essere il fanalino di coda dell’Unione Europea, il cambio generazionale sta facendo riprendere quota al concetto di “civismo”. Rimane pressoché sconosciuto il concetto di riforme, in pratica i cambiamenti arrivano dall’adeguamento delle norme e ai trattati europei.
Scenario quattro, 2022 l’alternativa siamo noi.
Probabilità: media.
Ci abbiamo messo tanto ma alla fine abbiamo capito. Prendendo le mosse dal’ennesima serie di scandali abbiamo svecchiato in maniera pesante la classe dirigente e avviato un meccanismo a valanga che ha finito per trascinare verso il dimenticatoio una generazione di boiardi di stato. Il servizio pubblico RAI è diventato un caposaldo della scena culturale italiana e dopo essere stato sottratto alla mano politica ha finito per generare anche profitti. Un lento processo di aggregazioni sta riducendo il nanismo imprenditoriale, spinto finalmente da una politica nazionale che vincola gli investimenti e le commesse di stato ai cambiamenti della cultura aziendale. La precarietà estesa è stata progressivamente portata al livelo medio europeo grazie al semplice espediente di far costare un’ora di lavoro precario più di un’ora di lavoro a contratto stabile. Il nostro ruolo naturale di ponte nel Mediterraneo ci sta facendo giocare un ruolo da protagonista nella creazione della zona economica nordafricana.
Scenario cinque, 2022 un posto in prima fila.
Probabilità: bassa.
Alla fine qualcuno ha fatto i conti. 120 (evasione) + 60 (corruzione) + 200 (crimine) fanno 380 miliardi di euro all’anno, cifre del 2012, che distruggono il bilancio nazionale. In dieci anni si è fatta una battaglia spietata, tutta sulla cultura, per arrivare a stroncare le pastoie che avevano affossato l’Italia in passato. Questo ha portato ad emarginare dal tessuto sociale, a tutti i livelli, chi non rispettava le più elementari regole di convivenza sociale (come pagare le tasse, per esempio). Proprio dalla cultura e dall’arte, dal paesaggio e dalla bellezza, si è ripartiti per avere le risorse necessarie per modernizzare finalmente il funzionamento dello Stato. Dopo aver rottamato le idiozie celtiche della Lega il concetto di autonomia si è spostato sulle piccole comunità, ovvero sulla gran parte degli 8200 comuni italiani, dove portare il focus sulla microgenerazione e il totale superamento del digital divide ha consentito la nascita di migliaia di progetti innovativi.
A questo punto dovrei aver finito, giusto? E’ una top5 e le cinque posizioni le dovreste avere lette. Invece no, c’è il sesto scenario giusto per stare nelle regole del meme.
Scenario sei, 2022 ad astra!
Probabilità: minima.
Rotto l’argine del cambio generazionale e adottata come regola base l’assoluta assenza di conflitti di interesse pena l’azzeramento dei consigli di amministrazione l’Italia si è trovata nella solita necessità di crescere senza avere grandi risorse economiche o materie prime da sfruttare. Abbiamo aperto le porte al settore della ricerca medica e farmaceutica, prendendo nel nostro paese tutte le produzioni a basso costo destinate all’oblio dalle multinazionali e abbracciando la causa delle malattie rare. La direzione è quella dei nostri punti forti, etici o no che siano. Patrimonio artistico, protezione del territorio, agricoltura a impatto zero, microgenerazioni energetiche, riciclaggio e riutilizzo, azzeramento del digital divide, progettazione e realizzazione di armamenti, robotica, bioingegneria e biotecnologie.
Non siamo proprio stati dei bravi bambini. La cyberwar che abbiamo scatenato contro tutti i paradisi fiscali ha lasciato parecchi strascichi, in particolare con la Svizzera. In compenso le liste di evasori che abbiamo distribuito per il mondo hanno causato una strage fiscale mai vista prima. San Marino è praticamente fallita dal punto di vista bancario e lo IOR è stato messo sotto accusa da mezzo mondo. Siamo entrati in urto anche con il nostro alleato più ingombrante, gli USA. Accogliere la Turchia nelle UE, processo che abbiamo facilitato al massimo, non è piaciuto a Washington ma non è nulla di fronte al processo di aggregazione economica che stiamo favorendo dal Marocco al Libano. Dopo l’euro vedere nascere il dirham transnazionale, con ampia possibilità di espandersi a tutto il Medio Oriente, ha fatto scattare le sirene di allarme di tutte le super potenze.
Alessandro Girola – La nave dei folli
Alessandro Girola
La nave dei folli
Novel
Autoproduzione, Epub, gratuito aperto a donazioni
Scaricabile da qui
Il treno di Moebius qui
Quarta di copertina (da lulu.com)
Prima di scomparire nel nulla insieme alla sua troupe, Martina ha fatto in tempo a inviare alcune inquietanti foto al fidanzato, Enrico, regista e proprietario di una piccola casa cinematografica. Quali misteriose forze si nascondono sui monti Calvana, nel cuore della Toscana? Qual è il segreto di Monteflauto, il paese fantasma che confina con una valle che sembra non appartenere al nostro mondo? Toccherà a Enrico scoprire le risposte. “La nave dei folli” è il seguito del racconto gratuito “Il treno di Moebius”
Recensione flash.
Se a qualcuno dovesse servire la dimostrazione della tesi ‘si può scrivere narrativa di genere ambientata in Italia’ questo è un ottimo punto di partenza. Trama solida, lavoro sui personaggi, narrazione gestita con piglio maturo. Da leggere.
Voto: 07,00 / 10,00.
Recensione.
Premetto che pur essendo il seguito del racconto ‘Il treno di Moebius’ questa novel può essere letta per conto suo. Consiglio comunque di abbinare le letture nella corretta sequenza per massimizzare l’immersione nella trama. Altra indicazione doverosa è legata alla diffusione di questo testo, è vero che può essere scaricato a titolo gratuito ma è comunque possibile effettuare una donazione sul blog dell’autore tramite i consueti canali. Dato il minimo importo (un euro) mi pare un riconoscimento per il lavoro profuso dall’autore e dal suo gruppo di collaboratori. Più che di autoproduzione trovo corretto parlare di microeditoria dal momento che c’è un’impaginazione professionale, un editor, un progetto grafico e una copertina che vengono a completare il testo, tutte cose fatte da altre persone.
Passando alla novel ci troviamo in una situazione da manuale. Un gruppo eterogeneo di personaggi, tutti ben definiti, che viene messo di fronte a un mistero in un ambiente che sotto una patina di normalità nasconde molte cose. È una ricerca, un percorso per trovare la verità. Sono scomparse quattro persone senza lasciare tracce e ogni domanda in merito sembra scontrarsi con un muro di gomma. I monti Calvana fanno da sfondo a una vicenda a tratti torbida, molto italiana nel suo svolgersi tra fatti inspiegabili e disinformazione. Gli elementi per un horror ci sono tutti, si va dalla ghost town a simboli misteriosi, da personaggi discutibili a trame che affondano le radici nel Medio Evo e oltre.
I riferimenti culturali sono ben presenti nel tessuto della narrazione, si va da Dante a Bosch passando dalla storia toscana e da usanze del basso Medio Evo. Ne deriva uno spessore percepibile al lettore, uno strato lontano dal concetto di infodump che arricchisce una storia ben ritmata. Girola è arrivato a uno stadio di maturità interessante come autore e lo si può evincere da come il livello di qualità del testo è costante sotto tutti gli aspetti. Niente cadute di ritmo, nessuna azione poco plausibile, psicologia dei personaggi coerente e svolgimento del plot efficace. Ne consegue una lettura piacevole e coinvolgente, l’effetto page-turner è assicurato. Unico punto dolente per quanto mi riguarda il finale dove compare una forzatura proprio nelle ultime righe.
Il pericolo in un plot come questo era quello di scadere nel già visto, nell’alternarsi di soluzioni ed eventi triti a cui i cultori del genere sono abituati. Proprio qui sta un punto dirimente a favore del lavoro dell’autore che è stato in grado di utilizzare la psicologia dei propri personaggi principali per far proseguire lo svolgimento della narrazione senza cadere nella trappola.
Ne consegue una lettura piacevole che nulla ha da invidiare alle produzioni di autori rinomati. In più l’ambientazione italiana è ben giocata al punto da risultare un punto di forza del libro e non un handicap come spesso viene ripetuto nelle disamine della produzione italiana di genere.
Come avrete notato ho evitato gli spoiler, posso comunque dire che c’è spazio anche per altri racconti o per altre novel in futuro che traggano lo spunto da questa. Gli agganci da cui partire sono numerosi e si prestano anche a progetti che vadano in direzioni molto diverse da quanto letto finora. Da lettore e da recensore spero di tornare presto sull’argomento.
E-book, un piccolo controllo
Sono andato a spasso per la rete, giusto per fare un piccolo controllo su quattro portali molto conosciuti. L’idea era capire che tipo di presenza abbia il genere fantascienza nei rispettivi cataloghi, diciamo che è un piccolo antipasto di una ricerca più seria da fare in futuro.
Nota: i dati sono relativi ad accessi effettuati oggi.
Su Ibs.it, settore e-book, sottosettore dedicato a fantascienza e fantasy. 415 titoli in tutto. Peccato che siano conteggiati due volte i titoli in versione pdf e epub. Ne rimangono 348.
Su bol.it, settore e-book italiani, non esiste il settore SF, la fantasy è insieme ai gialli (?). cercando fantascienza escono allo scoperto 77 titoli, anche qui ci sono i doppi (pdf-epub) il che porta il totale corretto a 69.
Passando a Ultima books e cercando fantascienza, ci sono 145 libri. Nel novero sono compresi alcuni doppi (5), quindici titoli di Salgari (?), un testo di Luciano di Samosata (??) uno di fotografia digitale (???) e uno sulla magia di Harry Potter (what?). Rimangono 122 titoli.
Da programmatore mi chiedo se sia davvero difficile avere dei contatori per categoria…
Manca Amazon.it, il neonato settore italiano del gatekeeper del futuro. La fantascienza è assieme alla fantasy e all’horror. Si può però effettuare un’ulteriore selezione per arrivare a 140 titoli. Guarda un pò, ci sono anche il Girola e Enzo Milano.
Mettiamola così, si può fare di meglio. Magari scrivendo qualcosa di nuovo. 🙂
Seven links project
Grazie al caro Alessandro Girola, carogn simpatico come pochi, sono stato coinvolto in questo meme che rimbalza qua e là nella blogosfera. Si tratta di operare una selezione dei propri post e rispondere di conseguenza a delle domande. Last but not least, si rifila il meme fresco-fresco ad altri sette ignari colleghi in modo da risultare opportunamente virali.
In una parola: orren bellissimo.
Il post il cui successo mi ha stupito.
Di solito i post che dedico a argomenti sociali-politici-economici tendono a deprimere visite e commenti, quello con le considerazioni sulla fine del secolo breve è stato una notevole eccezione.
Il post più popolare.
Il concorso pro SF ha smosso le acque, pur sollevando parecchi dubbi. Logico che il post con le votazioni diventasse il più popolare finora.
Il post più controverso.
Parlare di pirateria informatica, nel senso del download illegale e simili, mi ha attirato un paio di troll che ho prontamente eliminato e una manciata di mail poco opportune. E dire che il post non è un granché.
Il post più utile.
A costo di essere presuntuoso, ricapitolare la storia della Pansac International è stato utile. Non solo per chi vi è direttamente coinvolto.
Il post che non ha ricevuto l’attenzione che meritava.
Ragionando sulla crisi greca mi è venuta un’idea, una sorta di contromossa per combattere una crisi speculativa che si fa forza sul debito pubblico. Onestamente, mi è dispiaciuto non ci fosse più attenzione.
Il post più bello.
Non ho medaglie da esibire, scelgo questo perchè parla di eroi. Più divento vecchio, più mi sembrano tragici e necessari assieme.
Il post di cui vado più fiero.
Anche qui zero medaglie. Sono fiero di aver sostenuto la causa dei dipendenti della Pansac, nessun dubbio. Qui indico il ragionamento sulla SIAE, altro spunto tipicamente italiano.
I sette prescelti, le vitt i prossimi che proseguiranno (se lo vorranno) questo meme.
Fatevi sotto ragazzi, è ora di ballare. Pazienza se la musica non è il massimo, l’importante è giocare.