Italian general elections 2013 – the results

At the end of a short and bitter political campaign we finally have the results of this election run. There are three different results to evaluate: votes for the “Camera dei Deputati” (House of Representatives of Lower House), votes for the Senate and finally votes for the regional assemblies of Lazio, Lombardia and Molise (that will be available today in the evening). The first two results give the picture of the next national government, the latter are important too giving the political and economical weight of Lazio and Lombardia.

Camera dei Deputati (House of Representatives or Lower House)

Center-Left coalition (PD, Sel, CD, Svp) 340 seats

Center-right coalition (PdL, LN, seven other parties) 124 seats

Mario Monti coalition (Sc, UdC, FLI) 45 seats

Movimento 5 Stelle 108

Result: absolute majority for the center-left coalition.

Senate

Center-Left coalition (PD, Sel, CD, Svp) 113 seats

Center-right coalition (PdL, LN, seven other parties) 116 seats

Mario Monti coalition (Sc, UdC, FLI) 18

Movimento 5 Stelle 54 seats

Result: no absolute majority (158 seats needed)

What will happen now?

The situation we got now is quite difficult to elaborate. In Italy any government we need a confermation vote in both houses and as you may see there is no coherent majority between Senate and House of Representatives. With this numbers it’s quite clear that it’s up to Pierluigi Bersani (leader of the center-left coalition) to form the new italian government from a minority position in Senate, that will be the first time ever in Italy. He will be appointed by italian president of the Republic,  Mr. Giorgio Napolitano, shortly after a formal round of sessions with all the political leaders. The first challenge for Mr. Bersani will be to win more votes at the Senate on a reform program; that could come both from the senators of “Movimento 5 Stelle” and from their collegues from “Mario Monti coalition”. It is important to note that this time we will have far more women that before in both houses, that could be an important factor for the social issues this goverment will have to face in the next few months.

Who win this round?

The  “Movimento 5 Stelle” party scores an impressive result, even more impressive for a party that got no real infrastrucure, a very light organization model and no political allies at all. This party will be the key factor at Senate and a very powerful influence in the parlamentary commissions. By popular consensus is the first party in Italy.

Who lose this round?

Mr. Silvio Berlusconi party, “Popolo delle Libertà” (PdL) lose millions of votes from the 2008 national elections, the same can be said for his allies “Lega Nord” (LN) that  lose about half of its consensus (from a bit more 8% to the actual value of 4%). It is to be considered that a few weeks ago polls gave far worser numbers for both parties. Now Mr. Berlusconi will try to negotiate for a short-term government.

Mr. Mario Monti, incumbent PM, lose his bet for a new political party. He needed about 15% of the general consensus to be incisive in the next legislature and fall short from the intended target. Very short. His allies has been crushed (UdC and FLI), leaving him alone in the field. If Mr. Bersani and Mr. Grillo reach any kind of agreement then he’s out from all power plays.

Mr. Antonio Ingroia, leader of “Rivoluzione Civile”, is screaming blue murder about his failure to get enough votes to enter the national assembly. He blames Mr. Bersani, blames his allies, blames the media and the whole world. This round certfies the political death of four minor parties and the end of the political career of their leaders. For Mr. Ingroia it’s high time to go back to his previous work.

Mr. Oscar Giannino, leader of “Fare per fermare il declino”, has been burned out by a scandal shortly before this round. Bad news for a brand new party like this one and huge consequencies for its electoral results. They are out for good, with about 1% of the votes. They will decide what to do in the next few days, starting for the need of a different leadership.

Who is left in the middle?

Center-left coalition is on a very peculiar position. They control the lower house, Mr. Bersani is the first candidate for leadership of a new government. At the same time they lose an irrepetible choice to win national elections, due to a number of mistakes done in tha last two months.  Mr. Bersani find a bitter end for a long and good political career, the party is shocked. 

Le accuse ad Ingroia

Si è fatto un gran parlare a proposito della candidatura alle prossime elezioni politiche di Antonio Ingroia, magistrato ora in aspettativa dopo essere stato protagonista di alcune tra le inchieste più scottanti degli ultimi anni. In pratica lo hanno accusato prima di fare politica mentre era in forza attiva alla Magistratura, poi di essersi fatto scudo della sua notorietà per promuoversi, infine lo hanno additato come un esempio di come “le toghe rosse” mischino pratica giudiziaria con azioni mirate a colpire avversari politici.

Dopo tanto ciarpame sui media, guarda caso con fonti estremamente vicine al centro destra, andrebbe fatto un minimo di chiarezza. Ingroia non è un santo, né pretende di esserlo.  Come tutti i magistrati ha sempre fatto parte dell’elettorato attivo (cioè chi vota) e ha mantenuto i suoi pieni diritti civili, ergo ha potuto formarsi opinioni politiche ed esprimerle ove lo ritenesse opportuno. E’ falso sostenere che i magistrati non possano avere opinioni politiche mentre rimane criticabile che lascino che queste ultime interferiscano con il loro lavoro.

Sono cose di un’ovvietà sconcertante da scrivere ma in questo paese dove si stanno dicendo bugie allucinanti da decenni tocca pure fare questo, ribadire l’ovvio per ristabilire le minime coordinate di un dialogo civile. Al di fuori delle nostre frontiere simili discussioni sarebbero bollate come idiozie prive del minimo interesse dal momento che i pilastri fondamentali delle istituzioni non vengono mai messi in discussione com’è accaduto in Italia. Tornando all’argomento, la parabola di Ingroia dal punto di vista professionale è delle più luminose.  Già membro del pool antimafia voluto da Falcone e Borsellino, poi sostituto procuratore con Caselli, dal 1987 al 2012 si è occupato di una serie di inchieste (con i processi a seguito) pesantissime, condotte quasi sempre in mezzo a difficoltà di ogni genere.

antonio ingroia

Ingroia è diventato scomodo nel momento in cui nelle sue inchieste ha cominciato ad esplorare le connessioni tra politica e crimine organizzato, tra apparati dello Stato ed elementi del sottobosco criminale. E’ la stessa strada che è costata la vita a tanti magistrati, il percorso che svelerebbe se e come lo Stato sia mai venuto a patti con i capi delle famiglie mafiose. Non soprende che rappresenti un nervo scoperto per la classe dirigente, sia in Sicilia che in tutto il resto d’Italia. Se poi si aggiunge che, come tanti altri colleghi meno noti, si è speso molto per difendere l’impianto della nostra Costituzione dai progetti di riforma avanzati dal centro destra nelle ultime legislature ecco che emerge con chiarezza come mai venga visto come un avversario pericoloso sul piano politico.

Da magistrato è poi stato collocato “fuori ruolo” per prendere parte a un programma ONU in Guatemala, nel quadro di iniziative internazionali per il contrasto ai cartelli del crimine organizzato.  L’accettazione di questo incarico è stata vissuta come una sorta di fuga dalla procura di Palermo da alcuni, altri vi hanno visto un modo per sottrarsi al peso di uno scontro con le istituzioni dopo la polemica con il Quirinale per il possibile utilizzo di intercettazioni telefoniche che vedevano tra gli altri impegnato il Presidente Napolitano, infine c’è chi ha teorizzato una sorta di compensazione, nel senso di dare un incarico prestigioso a un personaggio scomodo per impedirgli di continuare il suo lavoro.

Le ipotesi sopra riportate sono qualcosa di allucinante dal mio punto di vista. Un incarico come quello citato non è nelle possibilità di scelta del singolo magistrato o nella disponibilità di qualche funzionario ministeriale. Si tratta di incarichi a chiamata, dove il singolo magistrato o investigatore viene richiesto al paese d’origine da una commissione ONU ed è la persona coinvolta che decide se partecipare o meno all’iniziativa con il permesso dell’ente (o degli enti) per cui lavora. Vedere complotti anche dietro a queste cose è a dir poco patetico, almeno lasciamo l’ONU fuori dalle piccolezze del nostro paese.

Ingroia ha poi deciso di abbandonare l’incarico in questione dopo pochi mesi, mossa che ho trovato molto discutibile. Una volta che si decide di passare due anni sotto mandato ONU, salvo ovviamente gravi problemi personali, si deve portare a termine l’incarico dal momento che ne va non solo della propria reputazione ma tira in ballo anche quella nazionale (specialmente in anni come questi dove il prestigio italiano è ai minimi storici). Ha motivato la cosa per il momento politico nazionale, per la necessità di dar voce insieme agli altri componenti della sua lista a larghe parti della società e per sostenere una serie di punti (evidenziati in un manifesto, disponibile qui) che ritiene essere focali per la prossima legislatura. Ribadisco che Ingroia ha ogni diritto di impegnarsi, di fare cioè parte dell’elettorato passivo oltre che di quello attivo. Stride a mio parere l’opportunità, sempre riferita all’incarico ONU.

Rimane una questione di fondo, ovvero se davvero sia necessario perseguire una frammentazione dell’offerta politica in questo momento storico e se queste istanze, legittime, non potevano trovare posto in altri contesti già esistenti.  Domanda che visto il proliferare di partiti e movimenti della cosiddetta “seconda repubblica” pare non aver trovato una risposta adeguata.