Top 5: i libri che vorrei leggere

Una piccola avvertenza: nessuno dei libri presenti nella top 5 esiste, almeno per quello che ne so io al momento. Nel senso che non solo non sono reperibili, ma che non sono mai stati scritti. Mi piace pensare di star pescando nel mare quantico delle infinite possibilità e che qualcuno, da qualche parte, li stia davvero scrivendo. Se pensate che qualche libro recente rientri in quanto descritto nella top 5, per favore fatemelo sapere.

Quinto posto:

una biografia ben documentata, scritta con il necessario distacco e non agiografica, di Edward Teller.

Quarto posto:

un saggio serio sulla fine del colonialismo europeo in Africa, qualcosa che copra dagli anni ’50 agli anni ’70.

Terzo posto:

un saggio serio sulla fine del colonialismo europeo in Asia, periodo però compreso tra il 1900 e il 1970.

Secondo posto:

un solido romanzo ucronico, magari ambientato in Sud America.

Primo posto:

un solidissimo romanzo SF, sottogenere hard SF, pesantemente contaminato dal noir.

Lo so, è una specie di wishlist. Ma perché non sognare?

 

Howard Wasdin – SEAL Team Six: Memoirs of an elite Navy SEAL Sniper

Howard Wasdin (con Stephen Templin)

SEAL Team Six: Memoirs of an elite Navy SEAL Sniper (2011)

St. Martin’s Press

pp. 352 – prezzo variabile su Amazon.com

ISBN 978-0312699451

Quarta di copertina (da Amazon.com)

When the Navy sends their elite, they send the SEALs. When the SEALs send their elite, they send SEAL Team Six. SEAL Team Six is a secret unit tasked with counterterrorism, hostage rescue, and counterinsurgency. In this dramatic, behind-the-scenes chronicle, Howard Wasdin takes readers deep inside the world of Navy SEALS and Special Forces snipers, beginning with the grueling selection process of Basic Underwater Demolition/SEAL (BUD/S)—the toughest and longest military training in the world.

After graduating, Wasdin faced new challenges. First there was combat in Operation Desert Storm as a member of SEAL Team Two. Then the Green Course: the selection process to join the legendary SEAL Team Six, with a curriculum that included practiced land warfare to unarmed combat. More than learning how to pick a lock, they learned how to blow the door off its hinges. Finally as a member of SEAL Team Six he graduated from the most storied and challenging sniper program in the country: The Marine’s Scout Sniper School. Eventually, of the 18 snipers in SEAL Team Six, Wasdin became the best—which meant one of the best snipers on the planet.

Less than half a year after sniper school, he was fighting for his life. The mission: capture or kill Somalian warlord Mohamed Farrah Aidid. From rooftops, helicopters and alleys, Wasdin hunted Aidid and killed his men whenever possible. But everything went quickly to hell when his small band of soldiers found themselves fighting for their lives, cut off from help, and desperately trying to rescue downed comrades during a routine mission. The Battle of Mogadishu, as it become known, left 18 American soldiers dead and 73 wounded. Howard Wasdin had both of his legs nearly blown off while engaging the enemy. His dramatic combat tales combined with inside details of becoming one of the world’s deadliest snipers make this one of the most explosive military memoirs in years.

Recensione flash.

Biografia di un personaggio decisamente americano, sia come psicologia che come attitudine. Segue tutta la sua esperienza fino ai giorni nostri, non solo gli anni da SEAL. Da acquisire come sourcebook e per avere un punto di vista diverso su molte cose. Consigliato anche se a tratti pesante da legggere.

Voto: 06,00 / 10,00.

Recensione.

Nei paesi anglosassoni c’è una tradizione di biografie come questa, dedicata a persone che non hanno una grande notorietà ma che raccontano un percorso di vita con tratti di grande interesse per il pubblico. Wasdin è un self made man a tutti i livelli. Nato in una situazione ai limiti della povertà, famiglia autoritaria e padre repressivo, arriva negli anni a far parte del 99° percentile del settore militare (il 100°, la perfezione, non esiste) entrando prima in Marina, poi nei SEAL, in seguito nell’esclusivo Team Six e infine a qualificarsi come uno degli sniper del gruppo. L’equivalente di un atleta che si gioca medaglia d’oro e record del mondo alle olimpiadi, tanto per capirci. Con le dovute cautele il libro ci permette di seguire la carriera militare dell’autore fino al congedo e alla conversione alla vita civile. In un certo senso si può definire questa biografia come brutalmente onesta. Niente viene risparmiato, veniamo messi a parte di come la pensi Wasdin su qualsiasi cosa. Viene allegramente demolito il ‘mito’ di Marcinko, il fondatore del Team Six, si spara a zero sull’ONU e sull’inanità della politica estera americana, vengono elargiti giudizi sprezzanti sulle capacità delle forze armate di diversi paesi e sul ruolo degli USA.

L’autore ha partecipato alla battaglia di Mogadiscio del 1993 (quella eternata dal film Black Hawk Down), nel corso della quale è stato ferito in maniera seria e ha meritato la Silver Star. Proprio dalle difficoltà fisiche dovute alle ferite deriva la sua decisione di lasciare il settore militare per poi arrivare dopo una serie di mestieri alla sua attività attuale, il chiropratico. Il percorso è notevole e mostra un’evoluzione della persona che non è da dare per scontata. La decisione di scrivere questa biografia arriva con la collaborazione del coautore,  Stephen Templin, che aveva conosciuto Wasdin durante le selezioni per diventare SEAL e che in seguito lo ha ricontattato tramite i social network.

I punti forti di questo libro arrivano quasi tutti dal lato bullonaro. Se volete sapere come si diventa un SEAL, come si arriva al Team Six e come si diventa uno sniper di livello mondiale, qui c’è il necessario. Con il gradito extra di considerazioni tattiche e tecniche su una varietà di argomenti. Il pregio non militaresco è quello della sincerità, spinta al limite tra candore e menefreghismo.

Per noi italiani c’è una nota dolente. Nel racconto dell’esperienza somala del 1993 l’autore non lesina giudizi pesanti sui nostri diplomatici e su personaggi al limite della legalità fino a raccontare in modo molto parziale lo scontro al check point ‘Pasta’  che rimane una delle pagine dolorose delle nostre missioni all’estero. Molto di quello che descrive l’autore è vero, altre cose a me risultano accadute in modo diverso.

Howard Wasdin

Stephen Templin

Se riuscite a passare sopra lo strato ‘dio-patria-torta di mele-bandiera’ può essere un libro interessante, non gli avrebbero fatto male 50 pagine di meno e una miglior rifinitura editoriale. Nota bene, zero refusi in 352 pagine. A qualcuno dovrebbero fischiare le orecchie, cosa ne dite? Chiudo dicendo che non mi risultano edizioni italiane di questo libro, né sono a conoscenza di acquisizione di diritti da parte di case editrici nostrane.