Il mistero di Compatangelo

Proseguo con questo ultimo post il racconto delle vicende del battaglione Savoia, guidato dal misterioso Compatangelo. La formazione aveva a sua disposizione un treno blindato, uno dei tanti che circolavano sulle tratte della Transiberiana tra il 1918 e il 1920. era anche dotato di personale ausiliario tra cui è bene ricordare una misteriosa crocerossina, pare imparentata con uno dei rami della famiglia Romanov.

Compatangelo era in grado di farsi valere anche lontano dal campo di battaglia e di far leva sulla particolare natura della sua formazione, l’unica italiana della zona. Il suo treno blindato e la dotazione di armi e munizioni che custodiva facevano gola a diversi esponenti locali (territori siberiani) del governo dell’ammiraglio Kolchak. Il capitano-ragioniere seppe arrivare a minacciare un incidente internazionale, tema molto delicato per un governo che si reggeva in gran parte sugli aiuti di un cartello di nazioni straniere che andava dall’Inghilterra agli Stati Uniti.

Nel 1920 l’avventura del battaglione Savoia si conclude nei porti dell’estremo est russo, i suoi membri si riuniscono alle altre formazioni italiane del CSIEO e vengono rimpatriati. Operazione peraltro fatta con molta calma dal momento che il governo italiano si dimostrò molto imbarazzato su come gestire questi ‘redenti’ che avevano combattuto dopo la fine della prima guerra mondiale. E Compatangelo? Non si sa con precisione cosa fece. Alcune fonti riferiscono di un suo rientro in Italia insieme ai suoi uomini, altre ci mostrano un uomo misterioso che rimane in Asia.

In entrambi i casi le sue tracce svaniscono. Riferimenti:

http://en.wikipedia.org/wiki/Italian_Legione_Redenta

http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Redenta_di_Siberia

http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/fantasma.htm

http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Curiosita/Non+tutti+sanno+che/L/4+L.htm

http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=290

http://www.giuseppemarchese.it/articoli/art_74/art74.html

Nel riquadro il dettaglio del capitano Compatangelo

Compatangelo e il battaglione Savoia

Prima guerra mondiale. Allo scoppio delle ostitlità l’impero austro-ungarico arruola da tutti i suoi territori in maniera massiccia, tocca anche ai territori italiani che erano ancora sotto il suo controllo. Stante il rischio di schierarli sul fronte austro-italiano, si temeva fraternizzassero con il nemico,  viene deciso di mandarli a combattere contro i russi. Su quel fronte, come sugli altri, ci sono battaglie terrificanti con centinaia di migliaia di vittime e altrettanti prigionieri da ambo le parti.

I numeri che sono stato in grado di trovare in rete non sono precisi ma almeno 25.000 italiani furono fatti prigionieri dai russi e in seguito avvicinati da emissari del governo di allora per scegliere se essere ‘redenti’ ovvero optare per la cittadinanza italiana. Si pensa che circa 10.000 soldati tra quelli che finirono per scegliere di schierarsi dalla parte italiana furono di conseguenza instradati verso la concessione italiana di Tientsin, territorio cinese assegnato al Regno d’Italia dopo la guerra dei Boxer del 1900.

Il viaggio di per sé è un’impresa. Uomini stremati dalla guerra e dalla prigionia che vengono raccolti da una serie di campi di prigionia, concentrati a Mudken e da lì portati con la Transiberiana verso la Cina. Sarebbe un problema notevole da gestire anche ai nostri tempi, figuratevi allora. A gruppi i nostri raggiungono la concessione dove chi sceglie di combattere, circa 2.500 uomini, viene man mano organizzato in unità di fanteria.  Vestiti con uniformi giapponesi, armati con armi inglesi e in seguito rinforzati da altre unità provenienti dall’Italia finirianno per costituire il Corpo di spedizione italiano in Estremo Oriente (CSIEO).

A chi proveniva dai campi di prigionia viene assegnato il nome ‘Legione Redenta di Siberia’. Vengono posti sotto il comando di un ufficiale dei Carabinieri, il maggiore Cosma Manera.  Al CSIEO viene assegnato il compito di mantenere in funzione la Transiberiana nel quadro delle iniziative alleate a sostegno della fazione ‘bianca’ russa. Siamo nel 1919, la Grande Guerra è finita ma per questi italiani il ritorno a casa è ancora molto lontano.

In questo quadro, di per sé caotico, si inserisce una vicenda romanzesca. Quella del misterioso Compatangelo. Secondo alcune fonti si chiamava Angelo, secondo altre Andrea. Non si sa come fosse arrivato in Russia né esattamente come si guadagnasse da vivere. Viene descritto come ragioniere o come commerciante (una cosa non esclude l’altra) proveniente da Napoli o da Benevento (fonti diverse), pare anche avesse collaborato con il quotidiano L’Avanti. Di sicuro doveva essere una persona piuttosto decisa.

Durante il mese di settembre del 1918, nella città di Samara, costituisce un reparto formato da prigionieri italiani forte di 300 uomini e si autoproclama capitano. La formazione viene denominata ‘Battaglione Savoia’. Immediatamente dopo comincia a operare di concerto con la Legione Cecoslovacca in appoggio ai russi ‘bianchi’ che controllavano gran parte della Siberia.

Chi era Compatangelo?

Compatangelo.  Un bel cognome, diffuso nel beneventano e nel napoletano. Potrebbe essere l’unico elemento certo a disposizione su un nostro compatriota attivo nella Russia post zarista, in quegli anni liquidi in cui l’ex impero dei Romanov era diviso in più stati e in una condizione permanente di guerra civile.

Andrea o Angelo (vedete, non so neppure il nome!) Compatangelo. Forse ragioniere, forse commerciante.  Magari entrambe le cose, chi lo sa. Forse napoletano, forse beneventano. A Kazan, vicino alla città di Samara, questo signore nel 1918 organizza una sua compagnia di fanteria arruolando circa 300 prigionieri di guerra austro-ungarici di etnia italiana (cioè provenienti dal Trentino e dal Friuli) e decide di raggiungere, attraversando la Siberia, la concessione italiana di Tientsin in Cina.

Ah, dimenticavo. C’è anche un treno blindato! Cosa dite, vale la pena raccontare questa storia?

(p.s. maladetto sia Davide Mana, che mi scatena pruriti come questo! Empio scienziato, io devo dedicarmi a un romanzo e non a queste cose!! Anatema su di te, losca creatura!!!)