Giorgio Scerbanenco – Venere privata

Giorgio Scerbanenco (Vladimir Scerbanenko)

Venere privata (1966)

Garzanti editore – Collana Elefanti thriller

pp. 252 – Euro 9,50

ISBN 978-88-11-66856-5

Prefazione di Luca Doninelli

Appendice: Io, Vladimir Scerbanenko

Quarta di copertina.

Le piccole dee della società dei consumi muoiono nei prati di periferia, ed è quasi sempre inutile indagare. L’omertà salva gli sfruttatori. Ma Duca Lamberti pensa sia necessario insistere, comunque: “Più ne schiacci e più ce ne sono. E va bene, tenerezza mia, ma forse bisogna schiacciarli lo stesso”. Venere privata, pubblicato per la prima volta nel 1966, è il primo romanzo della serie dedicata a Duca Lamberti.

Recensione flash.

Non aspettatevi un voto. Non posso quantificare in un numero un lavoro di Scerbanenco dal momento che lo ritengo uno dei capisaldi della narrativa di genere italiana. Questo è un testo da leggere, non ci sono altre cose da dire.

Voto: n.d.

Recensione.

Questo è il primo romanzo in cui il lettore incontra Duca Lamberti, il personaggio simbolo della narrativa di Scerbanenco. Medico espulso dall’ordine dopo un caso di eutanasia, reduce da una permanenza in galera, Lamberti è alla deriva, un uomo ancora giovane che si ritrova in una società dove non ha più un posto. Gli rimangono le proprie doti mentali, una sua personalissima morale e i legami stretti a una Milano che lo attrae e lo respinge allo stesso tempo. La narrazione verte su episodi di cronaca nera, non mancano momenti di violenza o di sopraffazione ma il vero filo conduttore sono le parti oscure dei personaggi. Solitudine, povertà, disperazione, complessi. Tutte molle potentissime che sembrano spingere tutti verso inevitabili conclusioni e che solo Lamberti sembra essere in grado di provare a fermare.

Invito chi non lo conoscesse a visitare le pagine web dedicate all’autore e a questo romanzo, possono essere un buon punto di partenza per incontrare uno dei grandi autori italiani di genere. Per mia opinione siamo allo stesso livello di Raymond Chandler.

In appendice una serie di ricordi dell’autore, un modo per presentarsi e fare capire da dove vengono le sue idee e il suo senso di estraneità rispetto alla società. Mette i brividi per come è scritto ed è un graditissimo bonus a questo volume.