Lo so, sembra una follia ma spero abbiate la pazienza necessaria per seguire il mio ragionamento. Chissà che non risulti così bislacco come il titolo farebbe pensare.
Lo spunto me lo dà la ritirata delle agenzie di rating davanti alla decisione del governo americano che de facto ne limita l’influenza nei confronti della comunità finanziaria USA. Mi riferisco alla proibizione di tenere conto delle indicazioni di Moody’s, Standard & Poors e Fitch per le banche americane sulle decisioni degli investimenti. Lo strapotere, ai più incomprensibile, di queste tre aziende sui mercati ha già fatto abbastanza danni, era ora di tagliargli le unghie.
Da qui il pensiero mi è corso alle manifestazioni, per lo più gioiose, delle donne che stanno tornando (finalmente!) a rivendicare un ruolo maggiore e migliore nella società, non solo italiana, non si tratta di un ritorno del femminismo anni ’70 (periodo irripetibile) ma speriamo che sia un passo avanti verso l’abolizione della femmina-velina.
Il neurone rotola impazzito, oggi più che mai visto che sono in ferie e sto correndo come un ramarro incrociato con un canguro per sistemare una serie di cose mie private, per arrivare al tramonto tragicomico della figura di don Verzè e della sua stravoltissima corte (se questa non è una setta vorrei sapere cos’è) sotto i colpi di una gestione demente dei bilanci e degli investimenti. Per chi non lo avesse già visto, recuperatevi l’ultima puntata di Report e rivedetevi la galleria di osceni vecchietti intrallazzatori.
La crisi porta pulizia nei bilanci. Di tutti. Si tagliano le voci superflue (per chi ne aveva ancora da tagliare), si considerano con più attenzione tutte le spese e si guarda con occhio sospettoso chi propone altre occasioni per indebitarsi a tassi mirabolanti. Il declino delle carte revolving è una conquista di questa crisi e che gli dei del caos si prendano chi le ha inventate.
E il blog? E la Rete? C’entrano, oggi più mai. La crisi deve mettere tutti di fronte a uno specchio impietoso e fare questa domanda: sono davvero condannato a fare sempre le stesse cose? Sono davvero un incrocio tra un criceto e un lemming, impegnato a correre in una ruota malandata per tentare di raggiungere un pezzo di insalata ammuffita? O posso osare, sperare, sognare, tentare, pensare, a un presente che non è mai stato così incerto?
E’ tempo di idee. Buone o cattive che siano.