Nota di servizio: a causa di una serie di problemi che si stanno verificando a Livorno e dei conseguenti contrasti tra cittadinanza e PPAA la normale programmazione di questo blog viene sospesa a favore di una serie di articoli a tema.
Una lamentela comune ai nostri politici locali è che Livorno è diventata la città dei comitati, che non si possa fare qualcosa senza che un gruppo di cittadini costituisca appunto un comitato per opporsi del tutto o in parte a quanto vuole fare il comune. Lo stesso tipo di osservazione miope è stata fatta anche al comitato sorto per questa vicenda.
Evidentemente a chi amministra la città pare strano che i cittadini rifiutino di accettare le decisioni prese in sede comunale o che addirittura si voglia entrare nel merito delle questioni. Non parliamo poi del presentare esposti presso le autorità o farsi notare sui media locali. Abbiamo toccato con mano questo strambo senso di incredulità di tanti dirigenti comunali, consiglieri o assessori, sorpresi e quasi offesi dall’essere contrastati nel loro agire da un gruppo di cittadini “qualsiasi”. E’ quello di cui parlavo quando accennavo alla visione feudale del potere locale che ha finito con il permeare l’amministrazione di questa città.
Non riescono a capire un fatto semplicissimo, ovvero che la popolazione è stanca di essere vessata da decisioni contrarie a ogni pratica di buon senso. A un cittadino normale non interessa perdere tempo a fare riunioni, non ha voglia di pagare un avvocato o di passare una parte consistente del proprio tempo libero a ricostruire leggi e norme. Il rapporto fiduciario tra elettori ed eletti a Livorno è saltato da un pezzo, proprio per il comportamento di chi ha scelto di non rispettare il proprio programma elettorale. Nel momento in cui le istituzioni locali non rispettano i diritti dei cittadini è una mossa di autodifesa reagire e costituire un’entità legale come un comitato è la strada maestra per chi voglia agire nel pieno rispetto delle leggi.
Questo ultimo periodo ci sta mostrando in maniera impietosa la fragilità del sistema di potere costituito sotto le due amministrazioni a guida Cosimi. Con il 2013 che incombe, portatore di elezioni sia a livello nazionale che a livello locale, l’attuale sindaco sta probabilmente valutando come gestire il suo passaggio a Roma (così si mormora, sponda Senato) e contemporanemente la sua successione, partite rese complicate dal traballare della gestione economica. Già in due circoscrizioni, in teoria “sicure”, sono saltati gli equilibri per l’approvazione del bilancio, il che è un gran brutto segno per la discussione di quello comunale.
Tira aria di resa dei conti tra le componenti/correnti del PD locale, di accordi da prendere per gli equilibri interni del partito e i programmi da presentare all’elettorato. Cose impensabili fino a pochi mesi fa, quando la presa del sindaco sul partito sembrava davvero solida. Il fatto è che davvero anche la vicenda della statalizzazione di tre scuole può rappresentare la piuma che spezza la schiena all’elefante, anche una partita contabile da poche centinaia di migliaia di Euro può rovinare i conti a chi pensava a ripartire a proprio vantaggio le risorse a disposizione. E’ bastato un piccolo provvedimento a portare alla luce un’intera rete di rapporti poco chiari, a rendere palese l’inadeguatezza di una serie di personaggi all’interno della pubblica amministrazione.
L’impressione finale che si può ricavare dell’attuale amministrazione comunale credo sia sotto gli occhi di tutti, con tutte le conseguenze del caso. Attendiamo ora gli sviluppi di questa vicenda, pronti a percorrere tutte le strade legali previste dal nostro ordinamento.
(fine, per ora)