Un altro emissario della civiltà umana sta per lasciare il nostro sistema solare, una sorta di passaggio simbolico di testimone tra una generazione di esploratori dello spazio (il programma Voyager) e le missioni del presente, tornate finalmente sui media con il successo di Curiosity su Marte.
Buffo pensare come un hardware di 35 anni fa, ridicolo come potenziale rispetto alla generazione attuale di dispositivi, sia in grado di continuare la sua missione di scoperta. Amaro invece confrontarlo con tanti prodotti di oggi, fabbricati senza cura e con la prospettiva di vita utile misurabile in pochi mesi.
Il Voyager 2 continua la sua corsa, memento della volontà di scoperta del genere umano. Buon viaggio!