Don’t blame the robot

bomb squad robot

July 8th, 2016 will be remembered for the so-called first use of a robot to attack (and kill) a gunman in Dallas, TX. I’m reading this all around the internet today, with a number of Skynet-like hypothesis and dramatic questions involving the militarization of the police procedures all around the USA.

Well, I know for sure that fact-checking is not a prominent trait in many news outlets, not to mention the great mass of the social media horde. The point is not to state who came first, or more properly, what killed first. It’s about knowing what’s happening in the world and having the instruments needed to understand it.

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Multiplo e le idee

Lunedì u.s. ho letto una notizia in breve sul supplemento de “La Repubblica” dedicato alle tematiche economiche, “Affari & Finanza”, che mi ha fatto incuriosire. Le parole chiave sono “automa”, “robot”, “Open Source” e “Kickstarter”. Un progetto che comprenda questo tipo di informazioni mi attira in maniera irresistibile e nei giorni successivi ho approfondito.

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Fantascienza? Sì, grazie!

Come ricordato di recente da Alessandro Girola il settore della fantascienza in libreria si va sempre più riducendo, schiacciato dal calo di vendite a favore di altri generi e dal peggioramento dell’offerta da parte dei maggiori editori. I tempi belli della serie Cosmo Oro e Argento della Nord, le sperimentazioni della Fanucci e pubblicazioni come Robot o Galassia, così come la gestione migliore della Mondadori, sono ormai affidate alle memorie dei lettori meno giovani e alle bancarelle dell’usato.

Non voglio riaprire l’argomento Urania, ormai frusto, o sottoporre a disamina ulteriore cose che già sapete. La realtà è che la SF in Italia, dal punto di vista editoriale, è agonizzante. Per un piccolo operatore come 40K che sta cercando di mettersi in luce con un’offerta commerciale e metodologica alternativa (testi brevi di autori di un certo livello messi in vendita a basso costo) o per una realtà come il gruppo Delos che con una proposta più articolata fatica comunque a conquistare spazio nelle librerie, si assiste in compenso a una stanca riproposta del catalogo (Asimov, Dick, Heinlein) o a un calo vertiginoso della qualità dei testi proposti in termini di traduzione/impaginazione/correzione bozze (figlio della politica dei tagli e del comprimere i tempi di lavorazione).

Tutto questo per dire che si è aperta una prateria per chi voglia proporre SF in maniera dignitosa e accessibile. Vale per tutti i sotto generi, ugualmente finiti ai margini del mercato come sopra ricordato. Stiamo parlando di un settore generalmente piccolo come numeri, sommatoria di nicchie ancora più piccole di appassionati. Il che però equivale a decine di migliaia di persone, cifra molto appetibile per piccole realtà o per le autoproduzioni.

Vi ricordate nel 1986, quando negli Stati Uniti uscì un’antologia a titolo Mirrorshades? Questo non è il momento per manifesti culturali stile Generazione TQ o peggio ancora, per concepire cose assurde come il New Italian Epic. È il momento giusto per scrivere. Cari scrittori e care scrittrici, è ora di tornare a guardare al futuro. Dentro e fuori il nostro pianeta, verso i confini delle dimensioni spazio temporali e oltre la scienza conosciuta. Datevi da fare!