Ricerca – un esempio da Livorno

Per continuare a parlare di ricerca trovo utile cominciare a fare degli esempi, ovvero mostrare come gli effetti presenti e futuri di un progetto possano poi concretizzarsi in cose di sicuro interesse come brevetti, fatturato e posti di lavoro qualificati. Sul territorio livornese, depresso come pochi dal punto di vista economico, è partita da poco una start-up ovvero una nuova azienda che andrà ad occuparsi di un settore peculiare, la robotica percettiva. Non sapete cosa sia? Non preoccupatevi, siete in buona compagnia. In buona sostanza si tratta di simulatori.

La filiera che ha portato alla creazione della “Better Than Real” (in acronimo Btr) è questa: progetto nato nella Scuola Superiore del Sant’Anna di Pisa, finanziamenti pubblici dei piani Piuss per la sede e interesse di imprenditori locali dell’area livornese, nello specifico la Global Service e la Port Technical Service. Università, fondi pubblici, attività di privati; i tre elementi che portano da un progetto di ricerca e uno spin-off, cioè al passaggio dall’ambiente di studi a quello dell’impresa.

L’idea è quella di applicare il concetto di simulazione a realtà complesse come la gestione del movimento merci di un porto, in una direzione dove l’utilizzo di mezzi meccatronici prenderà sempre più piede rendendo importantissimo il loro corretto utilizzo oltre che all’obiettivo di massimizzarne la resa. Ci sono iniziative europee, il Fesr, che erogano finanziamenti per spingere la ricerca in questa direzione. Quindi, riepilogando, fondi italiani e stranieri orientati allo sviluppo industriale, da cui scasturiscono progetti e brevetti industriali, per portare alla ricaduta di nuove aziende che applichino queste soluzioni. Soldi che generano altri soldi, tutto basato sull’economia reale e con una ricaduta positiva occupazionale.

Investire si deve quando si parla di ricerca e lo Stato, anche quello italiano, deve fare il massimo senza aver paura di usare strumenti anche poco tradizionali. Da qui il sostegno convinto al progetto di cui vi avevo già parlato la scorsa settimana, alla legge d’iniziativa popolare per sostenere l’8 per mille alla ricerca.

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Ancora una volta, vi invito a leggere il materiale disponibile sul sito e a fare quanto in vostro potere per fare conoscere questo progetto a quante più persone possibili.

Survival Blog: il ritorno della Stone Cold Company

artwork di Luca Morandi

Alla fine mi sono deciso e ho buttato per aria la programmazione dei due progetti che sto portando avanti, il ronzio dentro la scatola cranica ha raggiunto il livello di guardia. Ieri ho impostato il mio secondo spin-off del Survival Blog, ovvero il ritorno sulle scene della mia Stone Cold Company.

Troppo forte il richiamo dello scenario in generale, troppi conti lasciati in sospeso con il primo arco di storie. C’è ancora qualcosa da dire e dopo tanti finali tragici voglio aggiungere un tema diverso allo sviluppo della Pandemia Gialla. Siamo arrivati al 2016, dopo tante stragi  l’arco vitale dei Gialli (di conseguenza la loro parabola evolutiva) non può rimanere lo stesso.

Tempo di riprendersi il territorio. Di fare i conti con cosa è rimasto e con chi pensa di poter imporre la sua legge sulle rovine. C’è una citazione famosa, attribuita a George Santayana, ‘solo i morti hanno visto la fine della guerra’. Il mio alter ego del futuro è ancora in piedi e non ne vuole sapere di nascondersi e nei mesi che non sono stati narrati sono cambiate molte cose.

A presto!