Seguendo l’esempio di alcuni tra i miei predecessori ho deciso di scrivere anche io un post per raccontare la genesi e le circostanze che mi hanno portato a scrivere il 34esimo capitolo della round robin “Due minuti a Mezzanotte”, ho aggiunto anche alcune riflessioni sparse sull’argomento.
super eroi
Due minuti a mezzanotte, siamo alla fine
Ci siamo. Oggi è uscito il 33esimo capitolo della serie, a firma dell’ottimo Fra Moretta, il che apre le porte all’ultimo che porterà la mia firma. Durante questi mesi abbiamo avuto il modo di seguire lo sviluppo delle vicende nel mondo creato da Alessandro Girola, facendo la conoscenza con super umani di tutti i tipi e con trame che vanno molto al di là del plot principale. Abbiamo visto cadere eroi e villain, in un mondo alternativo dove la morte non è certo un evento eccezionale come avviene nelle narrazioni Marvel o DC.
Admiral City, lo scenario principale di 2 Minuti a Mezzanotte, è una città sotto attacco. Incendi, mancanza di energia elettrica, scontri armati tra umani e super umani o tra gruppi diversi di super umani. Il suo simbolo, la Salazar Tower, è stato spezzato in due in una scena che a molti ha ricordato il crollo delle Twin Towers. Impossibile dire quanti civili siano morti o feriti, quanti siano fuggiti in cerca di scampo fuori dai confini della città o verso i luoghi della periferia rimasti relativamente indenni. Il presidente Romney segue le vicende dalla Casa Bianca, così come altri, più misteriosi, personaggi rimangono sullo sfondo.
Dato il numero di vicende in corso e i vari fili sparsi che sono rimasti della trama devo purtroppo anticipare che non sarà possibile chiudere tutte le questioni, mi focalizzerò su quelle principali e cercherò di chiudere più episodi possibile. Ci sono risposte che devono essere date, almeno secondo il mio parere, mentre altro può rimanere sullo sfondo, così come di norma accade quando si narra di cose reali. Il destino dei 920.000 abitanti di Admiral City, il trauma per una nazione di vivere un simile evento, le sue ripercussioni nel futuro… non si può lasciare irrisolte queste domande.
Tempo fa , scherzando, dicevo che l’unica maniera per risolvere la cosa era far arrivare un bel meteorite e azzerare il tutto con una super esplosione. Molto grafico. Ma altrettanto scadente, sarebbe una scappatoia indegna del lavoro degli autori e delle autrici che mi hanno preceduto. Quindi tocca inventarsi qualcosa. E ora che ci penso, un paio di idee ce le ho… tenete presente l’immagine di testa di questo pezzo.
Peter Clines – Ex Heroes
Peter Clines
Ex-Heroes (2011)
Permuted Press
ISBN 978-1934861288
pp. 274, vari prezzi su Amazon.
Quarta di copertina (da Amazon.com)
Stealth. Gorgon. Regenerator. Cerberus. Zzzap. The Mighty Dragon. They were heroes. Vigilantes. Crusaders for justice, using their superhuman abilites to make Los Angeles a better place. Then the plague of living death spread around the globe. Despite the best efforts of the superheroes, the police, and the military, the hungry corpses rose up and overwhelmed the country. The population was decimated, heroes fell, and the city of angels was left a desolate zombie wasteland like so many others. Now, a year later, the Mighty Dragon and his companions must overcome their differences and recover from their own scars to protect the thousands of survivors sheltered in their film studio-turned-fortress, the Mount. The heroes lead teams out to scavenge supplies, keep the peace within the walls of their home, and try to be the symbols the survivors so desperately need. For while the ex-humans walk the streets night and day, they are not the only threat left in the world, and the people of the Mount are not the only survivors left in Los Angeles. Across the city, another group has grown and gained power. And they are not heroes.
Recensione flash.
Esperimento interessante con qualche buona idea e caratterizzazioni spesso adeguate, trama con troppi buchi logici per reggere a una lettura attenta. Da leggere solo se non potete resistere all’abbinamento super eroi con zombie.
Voto: 05,00 / 10,00.
Recensione.
Peter Clines ha tentato il colpo grosso. Unire i temi dei super eroi stile Marvel (ricordate il motto di Stan Lee, super eroi con super problemi?) con le tematiche degli zombie books, il tutto in una Los Angeles che è il suo terreno di casa. C’è del buono in questo esperimento, l’autore conosce le tecniche basilari di narrazione e fa di tutto per tenere il ritmo alto lungo tutto il libro riuscendo anche a non cadere nella trappola di dover spiegare come mai esistano di punto in bianco umani con super poteri. Peccato però che nella costruzione del plot e in una serie di elementi focali nella narrazione Clines non riesca a rendere il tutto credibile.
Nella narrativa fantastica si cita sempre il sense of wonder, la capacità di immergere il lettore nella narrazione al punto da considerare accettabili cose che si sanno essere impossibili o a passare sopra a veri e propri errori nel testo. In questo libro il sense of wonder si attiva solo a tratti, non a caso quelli più vicini agli scenari dei fumetti. La struttura dei capitoli, divisi tra ‘now’ e ‘then’, zoppica dal momento che i capitoli ‘then’ servono come grossi flashback per dare spessore e background ai personaggi principali facendo calare la tensione narrativa creata a stento nei capitoli ‘now’.
Gran parte del libro verte su dei conflitti, sempre problematici da gestire quando ci sono di mezzo dei super umani. E qui Clines casca di brutto, per due motivi. Il primo è la presenza di un personaggio troppo potente, Zzzap, il secondo è per la scarsa considerazione dei fattori realistici durante i combattimenti. Per capirci senza troppi spoiler, se da una parte c’è un personaggio che può volare, è praticamente indistruttibile e colpisce con efficacia totale (vaporizza il bersaglio) e dall’altra c’è un chiaro bersaglio principale lo capisce anche un bambino che il conflitto finisce immediatamente se i due arrivano a contatto. Per il resto quando si assiste a prolungati assalti da parte di orde di zombie dai movimenti molto limitati (lenti, incapaci di sollevare o aggirare ostacoli) verso bersagli fissi è minimale capire che l’accumularsi dei corpi finisce o con il bloccare l’assalto o per favorirlo (nel senso che gli attaccanti man mano si arrampicano sui resti altrui).
Alcune caratterizzazioni dei personaggi principali sono ben riuscite (Cerberus, Stealth), nel senso che rispettano gli standard dei super eroi già citati e di conseguenza vanno a impattare su un solido gradimento da parte dei lettori. In compenso uno degli eroi, Regenerator, finisce per essere oggetto di un colpo di scena estremamente prevedibile e di un vero e proprio paradosso. In un mondo in cui si distrugge la testa degli avversari per assicurarsi che non ritornino come non morti (ex, felice definizione) questo si prende due proiettili in testa con penetrazione completa e non bastano per farlo fuori. No, così non va.
Autore da tenere d’occhio per come scrive, sperando che possa trovare plot migliori da narrare. Ad oggi questo libro non mi risulta essere stato tradotto o opzionato da editori italiani.