Top 5 – songs from 1968

Here I am, back on track with the Sunday post. If you remember, due to the rules of this house, Sunday is for fun. To me music is always present and today I want to remember five great songs from my birthyear, 1968. So, this is a top 5 but there’s no order of merit, I simply love this five songs. Here we go!

#5 The Doors

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Hello, I love You” from the LP “Waiting for the Sun“; this is not the first song that cames to mind when it’s about The Doors but it got a good place in my heart.

#4 Canned Heat

Boogie with Canned Heat

On the road again” from the LP “Boogie with Canned Heat“; An unique mix of blues, folk, melancholy and a cool sound.

#3 Steppenwolf

Steppenwolf

Born to be Wild” from the LP “Steppenwolf“. If I have to explain this song, then you’re on the wrong blog.

#2 Deep Purple

Shades of Deep Purple

Mandrake Root” from the LP “Shades of Deep Purple“; this is as much close they got in the direction of funk music, with all the energy of a brand new band.

#1 Pink Floyd

A Saucerful of Secrets

Set the controls for the Heart of the Sun” from the LP “A Saucerful of Secrets“. This is an obscure gem, it could be a good experience to recover this song, even for the fan of this band.

Top 5 – favorite moments in old movies

You know how are the rules of the house, on Sunday it’s time for fun after a week devoted to serious matters (it’s my house and my own set of rules, got it?).

Today the topic are old movies and bits of their magic, with the feelings of a middle-aged grunt like I am.

#5 – The shoulder injury.

It’s an all-time classic. The hero is hit by a bullet in the left shoulder. He got it with a grin and goes on fighting.

Grunt corner: goes on my a$$! Even a small calibre hurt like hell shortly after the initial shock.

mad love

#4 – The scream.

Another great classic, usually in the first part of a movie. A lady (or a girl) discovers the body of a victim, raises her hands to the mouth and screams. Possible variant: she could faint shortly after.

Grunt corner: A scream? In the real world people goes right into shock, then puke all around.

bette davis

#3 – The explaination of evil.

Another scene repeated many times; the hero is down or costrained, his enemy stops before killing him to explain with great detail his evil masterplan, usually with the names of all his accomplices.

Grunt corner: no idiot in the world will do such a thing.

Crimson Ghost

#2 – The long brawl.

Finally the hero and his archenemy comes to a show-down, usually starting with weapons then to the bare hands. Each one delivers enough strong blows to kill a dozen men and/or performs any incredible gimmick to deliver an hit. The hero is almost defeated by a vicious attack but find a last effort to save the day.

Grunt corner: if anybody could take such a punishment he will be made of concrete, no less. It’s funny anyway.

lee marvin

#1 – The dark Lady.

Admit it, it’s of your favorites too. The first moment the dark lady shows up, dressed to kill and with a cigarette in her hand. Even the most hardened hero blinks for a second and all the other characters are left with their mouths open.

Grunt corner: …ooh…

rita_hayworth

Top 5: Sunday dont’s

Here we are, back on track with a Sunday-related top 5. The last day of the week could be boring sometimes but it’s still an off-work day (well, most of the times!) and that means free, precious, time.

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5.

Do not think about Monday. Tomorrow will come, no doubt. Just live for the present.

4.

Do not work at home. You’re already busy with that from Monday to Friday, right? If you don’t get paid for sunday-time simply don’t do it.

3.

Avoid politic issues. Even if you’re a politician today you’re at home. Do not trouble yourself with this kind of crap.

2.

Avoid booze. The right time to drink a lot it’s Friday night. Sunday is for family and/or to rest a bit.

1.

Don’t be in a hurry. Play with your kids, plan your future with your partner, enjoy slower rhythms for a while.

Top 5: i libri che vorrei leggere

Una piccola avvertenza: nessuno dei libri presenti nella top 5 esiste, almeno per quello che ne so io al momento. Nel senso che non solo non sono reperibili, ma che non sono mai stati scritti. Mi piace pensare di star pescando nel mare quantico delle infinite possibilità e che qualcuno, da qualche parte, li stia davvero scrivendo. Se pensate che qualche libro recente rientri in quanto descritto nella top 5, per favore fatemelo sapere.

Quinto posto:

una biografia ben documentata, scritta con il necessario distacco e non agiografica, di Edward Teller.

Quarto posto:

un saggio serio sulla fine del colonialismo europeo in Africa, qualcosa che copra dagli anni ’50 agli anni ’70.

Terzo posto:

un saggio serio sulla fine del colonialismo europeo in Asia, periodo però compreso tra il 1900 e il 1970.

Secondo posto:

un solido romanzo ucronico, magari ambientato in Sud America.

Primo posto:

un solidissimo romanzo SF, sottogenere hard SF, pesantemente contaminato dal noir.

Lo so, è una specie di wishlist. Ma perché non sognare?

 

Top 5: Maestri di scrittura

Lo sapete, ogni tanto scatta un meme. O un sub-meme, categoria ancora più infida. Dopo aver letto il post di Alessandro Girola dedicato ai suoi cinque maestri di scrittura (qui) e la risposta di Davide Mana (che qui ne cita nove, ma va bene lo stesso) anche io dovevo farmi sentire, entrare nel gioco. Volendo essere preciso devo dire che non si tratta solo di come scrivono i “miei” cinque ma anche e sopratutto per quanto le loro opere mi hanno dato in passato e continuano a darmi anche ora. Io non posso definirmi scrittore, nè ho questa ambizione per il futuro. Ma mi piace giocare con le parole ed ho intenzione di continuare.

Eccoci qui, si parte con la top 5!

Emilio Salgari rappresenta la mia giovinezza e una sorta di primo amore narrativo. Non scriveva bene e con gli occhi di oggi i suoi “riempitivi” e le sue approssimazioni storiche, logiche e geografiche fanno sorridere. Ma aveva una grande forza evocativa e una conoscenza istintiva dei meccanismi di base della narrativa. Difficile rimanere del tutto indifferenti ai suoi lavori migliori o non ricordare personaggi iconici come il Corsaro Nero.

Rappresenta qui anche tutta una generazione di scrittori, troppi per rammentarli tutti, che ha fatto da cesura tra l’800 e il ‘900, dando finalmente un respiro narrativo a un mondo che aveva cancellato la dicitura “terra incognita” dalle mappe.

David Gemmell è qui per rappresentare il modo che preferisco di approcciare il genere fantasy. Poca magia, molto sangue-sudore-lacrime. Capace di citare i classici nello spirito e nella lettera, di mettere il lettore dalla parte di personaggi perlomeno discutibili, di creare un suo mondo (mi riferisco all’ambientazione del ciclo dei Drenai) condivisibile anche da lettori appartenenti ad altre culture. Aveva la capacità di spaziare tra elementi SF a cose rubate dai romanzi storici, passando senza pietà tutto sotto il filtro di un grande pragmatismo.

Harry Turtledove appartiene per me alla categoria dei creatori, dei bardi. Nessuno si è dimostrato in grado di utilizzare la storia come lui per produrre narrativa di buono, spesso ottimo, livello. E’ un autore molto commerciale, spesso in grado di allungare il brodo come nessun altro per creare trilogie dove sarebbe bastato un buon romanzo. Anche nelle sue cose peggiori però rimane a un livello linguistico e logico elevato, una sorta di standard che lo colloca parecchio al di sopra della concorrenza. Al suo meglio fa veramente male.

Raymond Chandler rappresenta qui tutto il settore, enorme,della narrativa gialla/thriller/noir che ho divorato nel corso di decenni. Stile di scrittura mostruoso nella sua apparente semplicità, una cifra stilistica che traspare anche dalle traduzioni peggiori. Chandler descriveva la natura umana, descritta ad occhi socchiusi per non fare trasparire emozioni in eccesso. Esprimeva grande ritmo senza apparenti forzature, era ingrado di rendere interessante anche le cose più banali. Riscoprirlo in lingua originale è stato impressionante.

Sergio Altieri, in arte Alan D. Altieri, è il mio scrittore preferito dagli anni ’90. Grande ammiratore di Chandler, uno dei pochi a cercare di esprimere attraverso il linguaggio una cifra originale. Ho riletto un minimo di dieci volte ogni suo libro, trovando spesso un modo diverso di vivere le vicende descritte.  Non è un autore da mezze misure, lo si ama o lo si detesta. Sceneggiatore, traduttore, editor ma sopratutto grande narratore di vicende giocate a un passo dal baratro dell’animo umano, di scelte nere e di personaggi al limite.

Bastano? No? Pazienza, se ne volete altri dovrete aspettare la prossima volta.

Top5 – Italia 2022

OK, è ufficiale. Il meme delle top5 ha generato un altro meme, dritto dalla penna di Davide Mana. Immaginare cinque (facciamo sei, dai!) scenari per il 2022. Herr doktor l’aveva pensato per i singoli, poi Alessandro Girola mi ha sfidato a portare la situazione sull’intero paese.

Il meme nasce qui.

Quindi tocca aprire la mente e portare avanti il calendario. Ladies and gentlemen, here we go.

Scenario uno, 2022 benvenuti nel terzo mondo.

Probabilità: bassa.

Alla fine non ce l’abbiamo fatta. il ceto politico-gerontologico e le sue clientele hanno concluso la loro brillante missione di disfacimento di un paese e siamo finiti per terra. il brutto è che la nostra caduta ha travolto prima l’euro e poi il resto dell’economia mondiale, causando una recessione che fa impallidire qualsiasi precedente conosciuto. Il nome “Italia” è diventato sinonimo di fallimento e la diaspora dei nostri connazionali ha sorpassato quella di inizio ‘900. In compenso siamo diventati un narcostato, una via di mezza tra un paradiso fiscale e una zona di industrializzazione senza regole. Siamo messi peggio del Messico del 2012, tanto per capirci. Chi poteva se ne è andato da un pezzo, gli altri cercano un angolo pacifico in cui tirare avanti.

Scenario due, 2022 benvenuti nel nulla.

Probabilità: bassa.

Ancora una volta Tomasi di Lampedusa ha avuto ragione. Sono cambiate le sigle dei partiti, sperimentate tre leggi elettorali diverse e mescolate le carte più volte negli enti statali e nelle poche aziende ancora rilevanti del paese. Il tutto per continuare a vedere le stesse facce, salvo alcuni decessi intervenuti nel frattempo. La pressione fiscale aumenta lentamente, le norme diventano sempre più bizantine e la coda nei tribunali sempre più lunga. Abbiamo vinto i mondiali di calcio un’altra volta e il consumo di derivati della cocaina è trasversale all’intero spettro sociale. Siamo saldamente ancorati alle posizioni basse di tutte le classifiche per istruzione, libertà di stampa e facilità di fare impresa. Il metodo Marchionne sta facendo presa in tutte le grandi aziende.

Scenario tre, 2022 in medio stat virtus.

Probabilità: media.

Eppur si muove, frase apocrifa attribuita a Galilei, descrive bene il paese. Ogni anno i dati di evasione e elusione fiscale calano, un poco alla volta. Ogni anno sale leggermente il numero degli occupati e le differenze di retribuzione uomo/donna si stanno appiattendo. Cresciamo poco ma abbiamo cessato di essere il fanalino di coda dell’Unione Europea, il cambio generazionale sta facendo riprendere quota al concetto di “civismo”. Rimane pressoché sconosciuto il concetto di riforme, in pratica i cambiamenti arrivano dall’adeguamento delle norme e ai trattati europei.

Scenario quattro, 2022 l’alternativa siamo noi.

Probabilità: media.

Ci abbiamo messo tanto ma alla fine abbiamo capito. Prendendo le mosse dal’ennesima serie di scandali abbiamo svecchiato in maniera pesante la classe dirigente e avviato un meccanismo a valanga che ha finito per trascinare verso il dimenticatoio una generazione di boiardi di stato. Il servizio pubblico RAI è diventato un caposaldo della scena culturale italiana e dopo essere stato sottratto alla mano politica ha finito per generare anche profitti. Un lento processo di aggregazioni sta riducendo il nanismo imprenditoriale, spinto finalmente da una politica nazionale che vincola gli investimenti e le commesse di stato ai cambiamenti della cultura aziendale. La precarietà estesa è stata progressivamente portata al livelo medio europeo grazie al semplice espediente di far costare un’ora di lavoro precario più di un’ora di lavoro a contratto stabile. Il nostro ruolo naturale di ponte nel Mediterraneo ci sta facendo giocare un ruolo da protagonista nella creazione della zona economica nordafricana.

Scenario cinque, 2022 un posto in prima fila.

Probabilità: bassa.

Alla fine qualcuno ha fatto i conti. 120 (evasione) + 60 (corruzione) + 200 (crimine) fanno 380 miliardi di euro all’anno, cifre del 2012, che distruggono il bilancio nazionale. In dieci anni si è fatta una battaglia spietata, tutta sulla cultura, per arrivare a stroncare le pastoie che avevano affossato l’Italia in passato. Questo ha portato ad emarginare dal tessuto sociale, a tutti i livelli, chi non rispettava le più elementari regole di convivenza sociale (come pagare le tasse, per esempio). Proprio dalla cultura e dall’arte, dal paesaggio e dalla bellezza, si è ripartiti per avere le risorse necessarie per modernizzare finalmente il funzionamento dello Stato. Dopo aver rottamato le idiozie celtiche della Lega il concetto di autonomia si è spostato sulle piccole comunità, ovvero sulla gran parte degli 8200 comuni italiani, dove portare il focus sulla microgenerazione e il totale superamento del digital divide ha consentito la nascita di migliaia di progetti innovativi.

A questo punto dovrei aver finito, giusto? E’ una top5 e le cinque posizioni le dovreste avere lette. Invece no, c’è il sesto scenario giusto per stare nelle regole del meme.

Scenario sei, 2022 ad astra!

Probabilità: minima.

Rotto l’argine del cambio generazionale e adottata come regola base l’assoluta assenza di conflitti di interesse pena l’azzeramento dei consigli di amministrazione l’Italia si è trovata nella solita necessità di crescere senza avere grandi risorse economiche o materie prime da sfruttare. Abbiamo aperto le porte al settore della ricerca medica e farmaceutica, prendendo nel nostro paese tutte le produzioni a basso costo destinate all’oblio dalle multinazionali e abbracciando la causa delle malattie rare. La direzione è quella dei nostri punti forti, etici o no che siano. Patrimonio artistico, protezione del territorio, agricoltura a impatto zero, microgenerazioni energetiche, riciclaggio e riutilizzo, azzeramento del digital divide, progettazione e realizzazione di armamenti, robotica, bioingegneria e biotecnologie.

Non siamo proprio stati dei bravi bambini. La cyberwar che abbiamo scatenato contro tutti i paradisi fiscali ha lasciato parecchi strascichi, in particolare con la Svizzera. In compenso le liste di evasori che abbiamo distribuito per il mondo hanno causato una strage fiscale mai vista prima. San Marino è praticamente fallita dal punto di vista bancario e lo IOR è stato messo sotto accusa da mezzo mondo. Siamo entrati in urto anche con il nostro alleato più ingombrante, gli USA. Accogliere la Turchia nelle UE, processo che abbiamo facilitato al massimo, non è piaciuto a Washington ma non è nulla di fronte al processo di aggregazione economica che stiamo favorendo dal Marocco al Libano. Dopo l’euro vedere nascere il dirham transnazionale, con ampia possibilità di espandersi a tutto il Medio Oriente, ha fatto scattare le sirene di allarme di tutte le super potenze.

Top 5: le luci della fantascienza

Dopo le critiche ha senso illuminare il lato positivo della SF, in particolare per quanto riguarda scrivere fantascienza e leggerla. Accendete il vostro radar a scansione laterale, i sensori di tachioni e la matrice polivalente, si va!

1) La SF guarda avanti. Nessun altro genere narrativo o letterario è più aperto verso il futuro e il pensiero speculativo. Se è vero che la narrativa è fatta di ‘e se succedesse questo’ allora chi meglio della fantascienza per esplorare le infinite possibilità del domani?

2) La SF è aperta. Cosa c’è di più contaminato e contaminante della fantascienza? Ogni suo sottogenere è fatto apposta per mescolarsi con tutti gli altri e accogliere a sua volta elementi da altri generi letterari per creare ogni volta un mix diverso di caratteristiche.

3) La SF è divulgativa. Non solo nel senso scientifico o come metafora dei testi tecnici. Quante idee o teorie sono state propalate tramite romanzi o racconti di fantascienza? Chi può contare il numero di specialisti e scienziati che hanno messo le loro esperienze al servizio di una buona storia?

4) La SF è divertente. Dall’insospettabile Asimov a Douglas, passando per Goulart ed Ellison, lo spazio per narrazioni parodistiche, sarcastiche, ironiche o umoristiche è praticamente infinito. La fantascienza ha fatto da sfondo per la satira politica, per sbeffeggiare l’editoria, le religioni e la scienza stessa.

5) La SF non si crea, non si distrugge ma si trasforma. Un Proteo narrativo, in perenne evoluzione che si sviluppa in tutte le direzioni contemporaneamente. Un’etichetta che non ammette definizioni rigide e che stritola sghignazzando chiunque cerchi di classificarla o ingabbiarla. A voler ben guardare, pare viva come certe creature in arrivo dallo spazio profondo…

Alla fine, ammettetelo, almeno una volta nella vita avete guardato una notte stellata e avete sentito quel brivido dentro, la sensazione di essere piccolissimi di fronte all’universo. E in fondo al vostro cervello avete sentito una voce che diceva “chissà se c’è vita lassù?”

Top 5: i topic sulla fantascienza

Dalle e-mail ricevute negli ultimi giorni e da alcuni commenti su post precedenti legati all’argomento SF in Italia emergono alcune questioni di fondo, provo a farne una sintesi con a latere il mio parere.

1) Per la SF non c’è mercato. I numeri di sicuro non sono esaltanti, anche Urania si è beccata un calo di vendite notevole negli ultimi anni e non mi risulta che gli altri editori siano messi meglio. Va anche detto che il dato della SF ci colloca in un mercato dai numeri molto bassi e che non c’è mai stato un Harry Potter a rilanciare il settore.

2) C’è un giro autoreferenziale di autori-editori-critici che blocca tutto. Può darsi, non sarebbe neppure una grande novità. Ma anche fosse? Gli editori come gatekeeper funzionano solo per il cartaceo e sulla Rete si parte da condizioni molto diverse. Se pure ci si trovasse di fronte a un blocco compatto di oppositori chi può impedire a chiccessia di lanciare un proprio progetto e promuoverlo?

3) Gli italiani sono depressi e non guardano al futuro. Vero, per certi versi mi ci riconosco anche io nel profilo. Tuttavia la narrativa può rispondere sia alla necessità di evasione che alla possibilità di portare ai lettori un cambio di prospettiva e/o di paradigma. Una storia forte come ambientazione, plot e con buoni personaggi perché dovrebbe funzionare in ambito fantasy, noir o thriller e non nella SF?

4) I lettori italiani hanno scarsa formazione scientifica e quindi non si interessano alla hard SF. I dati della scolarizzazione sono sconfortanti da decenni, questa è una realtà che ha conseguenze pessime su molti aspetti della nostra condizione come paese. Vorrei però fare notare che una tecnologia, vera o presunta, non necessita di 200 pagine di formule e grafici per essere presentata al lettore. Se in una storia di deve narrare di quasar e pulsar si può trovare il modo di non renderli pesanti per il lettore non astronomo.

5) Io ci ho provato ma con scarsi risultati, vanno di più altri generi. L’orientamento dei gusti dei lettori è maggiore in altre direzioni, nessun dubbio su questo. Del resto se si vanno a leggere le classifiche di vendita ci sono spesso manuali di cucina, biografie di personaggi mediatici scritte da terzi, scritti del papa in carica e così via. La SF è una nicchia, come già detto in altre occasioni. Il più è raggiungere questo pubblico con uno sforzo di promozione / marketing, il che non sarà proprio artistico ma è necessario.

Top 5: i cinque nemici che avrei voluto combattere

Il meme delle top 5 basate sui film è una brutta, bruttissima cosa. È virale, contagioso e al momento non conosce cure. Potrebbe essere un’idea applicare le misure restrittive della Pandemia Gialla che ben conoscete. A seguire troverete l’ennesima classifica, ovvero i cattivi con cui avrei voluto scontrarmi. Ovviamente è un gioco ma almeno si sogghigna un po’, in questo neonato mese di agosto non è poi così male dato lo stato comatoso-feriale che impera.

Quinto posto, ecco a voi Bart (interpretato da Bob Hoskins). Strozzino, schiavista, trafficante, privo di qualsiasi cosa che assomigli vagamente a uno scrupolo. Il film è Danny the Dog (2005).

Punti di forza: feroce, conosce tutto della malavita. Può contare su qualche sgherro.

Quarto post, altro criminale, Roger ‘Verbal’ Kint (interpretato da Kevin Spacey). Criminal mastermind di grande inventiva, capace di rendere ogni cosa una bugia e di costruire un mito che lavori per lui come Kayser Souze. Il film è I soliti sospetti (1995).

Punti di forza: intelligenza, improvvisazione, abilità di pianificazione, dissimulazione.

Terzo posto, vi presento il conte di Rochefort (interpretato da Christopher Lee). Grande spadaccino, instancabile esecutore della volontà del cardinale Richieliu. Il film è I tre moschettieri (1973).

Punti di forza: spietato, maestro d’armi nella scherma. Ha a sua disposizione un piccolo esercito e grandi ricchezze.

Secondo posto, poteva mancare il nazista? Il colonnello Hans Landa (interpretato da Christoph Waltz). Mente fine, buone maniere e naso per gli inganni. Lo si potrebbe definire un vero bastardo. Il film è Inglorious basterds (2009).

Punti di forza: intelligenza, fiuto per gli intrighi. Può contare su Gestapo, SS e collaborazionisti francesi.

Primo posto, l’uomo nero del futuro. Il Signore dei Sith, Lord Darth Vader (interpretato da David Prowse). Avversario impossibile dal momento che a poteri che sono al di là della portata di quasi tutti gli esseri viventi della galassia. Il film è Star Wars (1977).

Punti di forza: il lato oscuro della Forza lo rende praticamente invincibile. In più ha a disposizione le forze armate di un impero galattico.