La parola al vincitore: Nicola Parisi

Nota per i naviganti: fino a domenica 6 novembre ore 23:59 è possibile votare per lo spareggio tra i due logo arrivati a giocarsi la vittoria finale, il post dove votare è qui.

Nicola Parisi

Come promesso a suo tempo ai vincitori del concorso tocca pure subire un’intervista, ovviamente a tema fantascientifico. Dieci domande come minimo strumento di analisi, il tutto giocato in punta di neutrini.

1)      In poche parole potresti definire lo stato attuale della fantascienza italiana?

Poche parole? Tu chiedi troppo. A parte gli scherzi, direi che il mio è un sentimento ambivalente: fino a qualche anno fa (diciamo nella fase dal ‘novanta al 2000-2001) avevo la sensazione ci fosse un certo qual rinnovamento con autori interessanti come Evangelisti; Mongai e Luca Masali che venivano fuori bene. Diciamo che quel decennio mi ha illuso(anche su altre cose, però qui stiamo parlando di narrativa), adesso ho un approccio molto più critico,, noto che molti scrittori hanno dei limiti rispetto ai loro colleghi stranieri. D’altro canto molti spazi si sono chiusi, diversi editori non pubblicano più fantascienza e quelli che lo fanno ancora hanno diverse ombre, penso alle traduzioni non sempre complete.Però dall’altra parte sono discretamente ottimista perchè vedo in rete e in alcune autoproduzioni venir fuori scrittori interessanti.

Quello che ancora mancano sono i critici. Una parola la vorrei dire anche sul fandom, posso?

2)      Rimanendo in sintesi, cosa vorresti che cambiasse?

Ma allora tu vuoi proprio costringermi a fare una plastica per non farmi più riconoscere? O a vivere sotto scorta?

E sia.

Diciamo senza se e senza ma che vorrei che cambiasse l’approccio generale. Una volta la fantascienza  veniva considerata cosa per bambini,ma  adesso è perfino  peggio : adesso sembra essere considerata materia per deficienti. Gli editori sembra si vergognino di pubblicare sf: tutte le volte che un editore di varia stampa un testo chiaramente fantascientifico ecco che lo presenta come thriller; tecnhothriller o compagnia cantando. Non so gli altri ma io proporrei la cancellazione per legge del termine thriller. Un altra cosa che vorrei non capitasse più è la pratica delle traduzioni incomplete o comunque tagliate da parte degli editori. Non penso di essere un fanatico, mi accontenterei tranquillamente che le traduzioni incomplete fossero segnalate dagli editori e non come è successo più di qualche volta di ricevere risposte scortesi da curatori\collaboratori nonchè  da altri lettori solo per aver segnalato il problema ( e chi conosce almeno un po la scena ltaliana sa di cosa parlo…) Inoltre vorrei dire una cosa a proposito del fandom, posso?

Ecco, vorrei riuscissimo a “fare più sistema”; che potessimo praticare un principio dei vasi comunicanti. Invece finora (salvo alcune encomiabili eccezioni) non ci siamo riusciti.O non abbiamo voluto.

Anche per questo ho aderito subito alla nostra associazione: mi piacerebbe poter credere che sia davvero arrivato il momento in cui il cosplayer possa interfacciarsi col lettore di Urania piuttosto che con il fanatico di LOST.

3)      Indovina un po’, vorrei sapere cosa lasceresti allo stato attuale?

Sarò ingenuo, ma lascerei internet e i blog così come sono senza interventi come quelli tentati dall’AgCOM o la recente vicenda  SIAE. Io credo che la rete se lasciata tranquilla possa far nascere i critici e gli autori di domani. E credimi è strano che lo dica proprio io che sono un fanatico del cartaceo a tutti i costi.

4)      Hai un autore o un’autrice di riferimento?

Oh, ma ne ho molti. Vediamo un poco: tra gli stranieri amo molto Jack Vance; Fritz Leiber; Harry Turtledove;il primo Larry Niven (diciamo fino a Ringword); David Brin e Gregory Benford. E poi i “nuovi” JackMcDevitt; Allen Steele e Roger McBride Allen. Mentre tra gli europei apprezzo molto i francesi Dunyach e Wagner.

Tra gli italiani parlando di fantascienza l’ultimo che mi ha appassionato e divertito è stato Lanfranco Fabriani con le sue storie dell’ UCCI, che oltretutto rappresentano anche una garbata presa in giro della burocrazia italiana.

Direi che può bastare,no?

5)      C’è un autore o un’autrice che detesti?

Ora si che mi farò dei nemici: ma ho sempre detestato Heinlein. Sarà il fatto che non sono un bullonaro ma ho sempre trovato detestabile il suo militarismo. Limite mio suppongo

6)      Hai un sotto genere preferito?

A me ha sempre affascinato l’esplorazione planetaria; il rapporto con altre forme di vita; la scoperta di altre culture quindi preferisco i generi che affrontano tutti questi aspetti come la vecchia space opera o la Hard science fiction. In più apprezzo moltissimo lo steampunk in tutte le sue forme. Come vedi sono di gusti classici

 7)      C’è un sotto genere che detesti?

Più che di genere parlerei di cose che non apprezzo. In particolare evito come la peste l’eccessivo infodump di molti scritti moderni, cioè quei romanzoni di mille pagine di cui millecento solo di noiose terminologie e tecnicismi inseriti a scapito della trama e dall’altro lato detesto quei romanzi in cui l’autore cerca d’infilarci per forza la religione o le sue teorie spirituali. Niente roba alla Hubbard per me quindi.

Rimanendo in ambito italiano devo ammettere che non capisco molte cose del connettivismo.Ma come ho scritto in un mio articolo tempo fa ho come la sensazione che i connettivisti passino più tempo a spiegare cosa sia il connettivismo che a scrivere effettivamente.

8)      Ammettilo, hai un’idea cla-mo-ro-sa per un romanzo. Qual è?

In realtà io di idee ne avrei tante, perchè un tempo scrivevo e provavo a disegnare fumetti (con scarsa fortuna lo ammetto) solo che poi sono pigro e finisco a non mettere mai niente su carta. Però adesso sto riprendendo alcune della ambientazioni e dei personaggi del mio Survival Blog per una antologia chiamata FIGLI DEL CONTAGIO che avrà diversi aspetti mutuati dalla fantascienza catastrofica, in più c’è un mio vecchio personaggio un immortale chiamato ETHAN FAUST che riciclerò per un progettino chiamato MIDNIGHT CLUB. Ma adesso è ancora presto per parlarne.

9)      Come gestiresti la promozione di un romanzo SF?

Mah! Metterei dei manifesti giganti con la faccia di Corona o di Lele Mora o di Emilio Fede che dicono qualcosa del tipo : “Io non ho mai letto fantascienza in vita mia e sono cresciuto bene lo stesso.Voi cosa ne dite?”

Se gli italiani non cominciano a leggere fantascienza dopo una cosa del genere, allora non cominciano più!

10)   Momento da cosplayer, da quale personaggio vorresti travestirti? 

Batman. E qui scateno il nerd che è in me. Anzi no vorrei vestirmi come una delle vittime di Vampirella…però vorrei anche la modella vestita da Vampirella vicino a me.

E con questa battuta mi congedo da voi prima che mia moglie mi spacchi il mattarello in testa.

Questo era un flash del misterioso Nick, non vi rimane che andare a visitare Nocturnia per sapere il resto.

 

21 thoughts on “La parola al vincitore: Nicola Parisi

  1. Complimenti a Nicola Parisi per la vittoria, la bella intervista e i progetti che mi auguro trovino una concretizzazione.
    Esilarante ma sacrosanto il punto 9), anche se per i personaggi tossici appena menzionati il mio limite di tolleranza non va oltre la dose omeopatica.;-)
    Mi spiace un po’ per il misticismo associato alla fantascienza, che sicuramente ha trovato declinazioni sbagliate (secondo me) che ne hanno banalizzato i concetti in una deriva pseudoreligiosa. In fondo capisco Nicola: alcuni autori hanno confuso la religione con l’esoterismo, che altro non è che un campio più ampio di vedute nel quale anche la scienza (e di conseguenza la fantascienza) possono esitere senza contraddizioni. Ma io sono di parte, dati i mei interessi, perciò non fateci caso e complimenti!;-)

    • Grazie per i complimenti, ecco io quello intendevo dire odio la banalizzazione ed il fanatismo dell’argomento da parte di alcuni autori.In più , non so voi, ma non riesco a farmi passare alcune cose come l’entità soprannaturale che risolve tutto.
      Ciao.

    • Credo bisogni distinguere tra autori come Hubbard, che hanno scritto per fare proseliti, e altri come Farmer che hanno fatto riflessionimolto approfondite sui temi religiosi. Come sempre, la differenza la fa il modo con cui si affrontano gli argomenti.

  2. Personalmente non sono d’accordo sulla critica miope (in senso buono, non prendetela come una polemica) sui libri sf che trattano la religione.
    Il confronto tra scienza e religione è sempre stato molto interessante, secondo me. Perchè quindi non dovrebbe esistere o sarebbe superfluo quello tra fantascienza e religione?
    Cmq, al di là di questo (opinioni sono e tali rimangono) volevo dare un suggerimento per il “progetto” che ancora non mi pare abbia molte direzioni ma solo tematiche ed intenzioni.
    Mi chiedevo: ma nell’epoca dei blog, dei forum, dei twitter e dei facebook non sarebbe bello fare un sito socila verticale sulla fantascienza?
    Attenzione che verticale non coinciderebbe con noioso, perchè, mi insegnate anche voi, il mondo sf è pieno di sfaccettature: generi, sottogeneri, supporti (cartacei, celluloide, ottici, etc) e chi più ne ha più ne metta.
    So che questa cosa va a scontrarsi con l’impegno e la quantità di lavoro che ci sta dietro. Ma ancora, credetemi, non capisco senza qualche obiettivo come si faccia a parlare di progetto.

    Che ne dite?

      • @Angelo
        Bella domanda. Dipende anche dai numeri in gioco.
        Secondo me fare un sito social equivale “quasi” a fare un blog. Bisogna lavorare molto sulla motivazione dei possibili interessati per creare il giusto appeal. Già il vostro giro di bloggers è un buon gruppo, mi pare. Quanto vorrebbe scommettere a evangelizzare su una struttura condivisa? E non parlo di scommessa in termini di soldi
        Finora mi pare che vi sentiate in maniera + o – estemporanea e condividete i vostri post per supporto vicendevole.
        E se domani tutto questo vivesse in un ambiente unico?
        Purtroppo anch’io rimango sul vago e non ho le idee molto chiare. Vedo se nei prossimi giorni mi può venire qualche idea pratica

        Un framework social d’altra parte costa molto di più. Farla bene, al di là del renderla piacevole all’occhio non credo sia proponibile oggi.

  3. “sia davvero arrivato il momento in cui il cosplayer possa interfacciarsi col lettore di Urania”. Ma sei sicuro che non sia solo la botta del mattarello di ierisera? Comunque se la SF è anche il viaggio in uno dei tanti mondi possibili, ritengo che la religione possa entraci benissimo. L’importante è non usarla solo per attirare il lettore, un po’ come fa certa letteratura noir con scene di violenza gratuite o argomenti pruriginosi. L’idea del punto nove è buona, solo che non sono così convinto che ci sia tutta questa marea di gente che comprerebbe SF solo perché ‘quelli’ non l’hanno mai letta. Anzi ritengo che in questo momento storico e sociale, purtroppo, siano più i seguaci di Mora e compagni che quelli che hanno un cervello e lo fanno andare autonomamente. E anche questo influisce sulla lettura in generale. Se non formiamo prima il lettore, non possiamo pretendere che leggano SF, che comunque vada è un genere letterario specifico. Come dire che non tutti quelli che sanno fare 2+2 sono poi capaci di fare una radice quadrata, parere personale, eh! E se si volesse sapere qualcosa in più dei progettini?

    • La formazione avviene per esperienze combinate, proporre un percorso avrebbe senso ma sembrerebbe scolastico. Io non ho avuto percorsi formativi nel leggere narrativa, mi sono sempre affidato molto ai consigli altrui e a un pò di sana sperimentazione. Sui progettini di Nick lo staneremo, ha lasciato briciole interessanti.

  4. @ TIM
    Quoto quando dici che sarebbe già tanto avere una platea di persone consapevoli cui rivolgersi, per non dire addirittura lettori in un paese che mediamente non legge.
    Non è affatto facile, però credo vi siano molte persone che hanno lo spirito giusto e che si trovano “culturalmente isolate” proprio a causa dello scarsissimo humus di questo momento storico. La scommessa di Angelo, che vale per la fantascienza ma potrebbe valere per qualunque altra cosa, è proprio quella di stanare questa gente e riunirla. Ne convengo, è un progetto ambizioso quindi, per definizione, difficile. Ma anche uno di quelli per cui vale davvero la pena darsi da fare.

    @Nick
    Fanatismo ed entità sovrannaturali che risolvono sono, prima di tutto, indice di un racconto scritto forse male, la cui trama non si sostiene autonomamente.
    A ben guardare questo può accadere anche in altri generi: il parente lontano che spunta senza ragioni recando qualche segreto che risolve tutto (sa un po’ di soap opera). L’arma segreta che per qualche misteriosa ragione spunta fuori al capitolo X…. Se non c’è una ragione nella trama, per i miei gusti l’intreccio degli eventi diventa debole e perde appeal.

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