Prendo spunto da un articolo a firma di Eugenio Occorsio (la Repubblica Affari&Finanza di oggi) per ragionare su alcuni numeri. Se l’economia non interessa è il momento di cambiare blog.
Dalle stime di ISTAT, Corte dei Conti e Banca d’Italia l’evasione fiscale ammonta come minimo a 120 miliardi di euro all’anno.
Analoghe stime quantificano il costo della corruzione a 60 miliardi di euro.
La Guardia di Finanza, istituzione competente per quanto possa essere attualmente sotto tiro per alcuni comportamenti ‘sospetti’ di alcuni alti ufficiali, valuta a 150 miliardi di euro all’anno il riciclaggio di denaro sporco.
Infine il ministero dell’Interno stima a 135 miliardi di euro l’anno il giro d’affari dei cartelli del crimine organizzato.
Dato quanto sopra pensare che le prossime manovre finanziare del governo italiano, che devono trovare almeno 40 miliardi di euro extra rispetto alle partite correnti, debbano basarsi solo sui tagli alla spesa o all’idiozia di aumentare l’IVA a scapito dell’IRPEF fa venire in mente definizioni veramente volgari ai danni di chiunque stia ragionando su queste cose in quel di Roma.
È ovvio che ridurre a zero tutte le voci prima elencate a favore del bilancio dello Stato è impossibile, nessun paese al mondo può vantarsi di aver raggiunto un obbiettivo come questo.
È altrettanto vero che si deve andare verso la repressione assoluta dell’evasione, dell’elusione, della corruzione e del riciclaggio. Questo può avvenire senza emettere leggi draconiane e/o schierare i carri armati alle frontiere con la Svizzera e San Marino (ops, dimenticavo il Vaticano, altro simpatico interlocutore per chi voglia realizzare manovre finanziarie sospette).
Ci sarebbe anche un altro motivo per darsi da fare. Così, giusto per metterci un altro carico. Il simpaticissimo Tremonti, definito spesso come salvatore dei conti pubblici, è lo stesso che ci ha portato al massimo deficit pubblico di sempre. Non era quello del rigore, del bilancio prima di tutto? Questo genere di ministro a me ricorda il lupo messo a guardia del branco di pecore.
Come si fa? Ci si sveglia. Tutti noi. Alzi la mano chi non sa come vengono evasi tributi e tasse nella propria città, chi non sa come aziende e privati costantemente truffano tutti noi. Il concetto, tanto semplice quanto difficile da metabolizzare, è che l’Italia siamo noi. Non i politici, non i deficienti che affollano i media. Noi. Ci tocca difendere tutto. Dalla Costituzione al bilancio dello Stato. Nessuno lo farà al nostro posto.
Basterebbe anche dimezzare i rimborsi ai partiti politici e diminuire le retribuzioni ai parlamentari: si rimedierebbero 3 – 4 miliardi di euro in un attimo.
Vero. A prescindere dal fatto che siamo uno dei pochi paesi al mondo che versa soldi (rimborsi elettorali e simili) ai partiti. Compresi quelli che nel frattempo si sono sciolti o fusi tra loro.