Dopo aver parlato della “creatura” di Tremonti trovo giusto proseguire la disamina dei cascami del centro destra segnalandovi questa iniziativa / manifesto che viene veicolata sulle maggiori testate nazionali tramite la fondazione Magna Charta e il suo prossimo convegno in quel di Norcia. Qui il link che vi consiglio di seguire. La retorica è a livelli letali ma vi chiedo uno sforzo, utile per percepire appieno la portata di questo tipo di iniziative.
Fatto? Vi siete ripresi? Ottimo. Avrete anche visto che i primi firmatari di questo manifesto sono Gaetano Quagliarello e Maurizio Sacconi, nella duplice veste di padroni di casa della fondazione e di esponenti del PdL. Poi abbiamo le adesioni illustri di Maurizio Gasparri (come rappresentante di Italia Protagonista), di Roberto Formigoni (per Rete Italia), di Maristella Gelmini (per Liberamente) e di Gianni Alemanno (per Nuova Italia). Una sequela che fa pensare al riposizionamento interno del moribondo PdL e a un bel rimescolamento di carte in vista del 2013. Ripensandoci, forse ci sono scadenze più vicine.
Il primo fatto da notare è l’uso di queste fondazioni. Nell’ultimo decennio sono diventate una sorta di fortino, una ridotta in cui costruire spazi per ragionare con avversari e sodali, spesso anche un buon modo per rastrellare qualche denaro pubblico e per piazzare qualche amico trombato. Adesso c’è un cambio di passo, la volontà di farne qualcosa di più che l’occasionale luogo neutro in cui fare affari. La logica evoluzione, pretesa fin dall’inizio, sarebbe creare dei veri think-tank, frontiere di pensiero in cui venire in contatto con la società civile.
Il manifesto di per sè avrebbe anche qualche contenuto interessante, peccato che deragli di peso in direzioni che con il liberismo e l’essere conservatori abbiano poco a che fare. Del resto i firmatari condividono un’impostazione pesantemente condizionata dall’attivismo cattolico più ottuso e con un’idea di Stato che deve davvero molto al modello autoritario. Gli argomenti sono seppeliti da strati successivi di retorica, richiami abbastanza evidenti a un ritorno al passato che davvero non è più possibile nel 2012.
Sentire ragionare di valori personaggi come Formigoni o Alemanno ha un che di tragicamente comico, basterebbe ricordare le ombre che gravano sulla gestione della regione Lombardia o sul comune di Roma. Gli altri mi ricordano molto dei passeggeri all’atto di abbandonare una nave in avaria, resi goffi da salvagenti arancioni e disperati nell’arraffare le loro cose mentre si affrettano verso piccole scialuppe di salvataggio. Con la punta di diamante della Gelmini, probabilmente alla ricerca di un tunnel nelle acque oscure che la circondano.
Hmmm, vediamo…
Sacconi è quello che ha detto ai laureati in ingegneria di essere umili e andare a fare i ciabattini.
La Gelmini è quella che ha tagliato i fondi all’università e li ha usati per finanziare il Tunnel dei Neutrini…
Gasparri è quello che ha usato i soldi comunitari per l’eliminazione del Digital Divide per finanziare il Demenziale Terrestre (che in sei case su cinque si vede da cani)…
Alla voce Formigoni trovo solo un sacco di ricevute per delle aragoste…
E l’unico Alemanno che mi ricordo è quello che venne arrestato per aver aggredito un agente di polizia durante una manifestazione non autorizzata di estrema destra… ah, no, aspetta, ce n’è anche uno, di Alemanno, che fa il sindaco e vuole la tolleranza zero nei confronti di chi fa dimostrazioni non autorizzate…
Ti dirò che Quagliarello mi manca, e mi domando cosa mi stia perdendo.
Ah, Quagliarello! E’ un personaggino interessante anche lui. Ex radicale, promotore della stagione dei referendum degli anni ’70, passato in seguito a Forza Italia e cresciuto all’ombra dell’ex presidente del Senato Marcello Pera (fondatore tra l’altro della fondazione Magna Charta). In contemporanea è diventato un integralista paracattolico e uno dei difensori più strenui della libertà del suo capoccia. La definizione potrebbe essere “trasformista” ma non vorrei offendere chi lavora nello spettacolo.
Il guaio è che tutta questa gente, tronfia e disperata al tempo stesso ancora una volta ha imparato il giochetto delle fondazioni da un certo centrosinistra.
Sbaglio, o ancora una volta, uno dei primi ad utilizzare le fondazioni come arma politica è stato il grande statista Massimo Dalema?
Poi questi personaggi di centro destra, sono quelli che sono, ad eccezione di Quagliariello sono tutto quello- e molto di più- di quello che ricordava Davide, i responsabili di un certo stato miserevole in cui stiamo versando adesso.
Dovrebbero riflettere coloro che li hanno votati.
E molto anche….
Sì, la fondazioni di D’Alema e Amato è stata una delle prime della stagione moderna. Tra l’altro copiando un modello ben presente nella sinistra francese e nella SPD tedesca. Il fatto è che delle fondazioni qui si è capito solo il concetto di esenzione fiscale…